E’ una delle battaglie più importanti nello sci. Se non quella maestra, una davvero significativa. E’ un obbligo di cronaca, un dovere deontologico. Difendere, proteggere, esaltare i Senior. Diceva Davide, il direttore editoriale di Race Ski Magazine, durante una recente riunione di redazione «Nello sci si finisce quando negli altri sport si inizia». Tutto vero. Certo, lo sci alpino è uno sport assai tecnico, necessita di allenamento costante, richiede sforzi economici non indifferenti. Tutto vero. Però sembra che gli esempi di Peter Fill, Patrick Thaler, Manuela e Manfred Moelgg non servano a nulla e che il pianeta dello sci giovanile faccia spallucce. Tritiamo e maciniamo giovani, condanniamo gli atleti che ultimano la categoria Giovani bollandoli come vecchi e bolliti. Che errore. Chi guarda all’alto livello, chi gareggia a livello amatoriale avendo preso altri percorsi di vita: in entrambi i casi lo sci non offre opportunità, possibilità, circuiti. C’è qualcuno tuttavia che lotta e non molla. C’è qualcuno, e per fortuna in questi anni sempre di più, che non si piega al qualunquismo dilagante del mondo degli allenatori. C’è qualcuno che vive in trincea. Ci sono ancora dei guerrieri. Sempre a difesa degli #InossidabiliSenior
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