Un compito bestiale, un progetto impervio, una responsabilità significativa. La squadra più difficile da gestire è la squadra nazionale giovanile. Spesso gruppi variegati, provenienze diverse, abitudini differenti. Modi di pensare distanti e soprattutto la difficoltà nell’uniformare il linguaggio tecnico, quello atletico, gli abitudini e gli usi. Mettere tutti sullo stesso piano, sulla stessa linea di partenza. Un compito insidioso per gli allenatori degli azzurrini e delle azzurrine che ho ritrovato a Solda nel primo atto FIS. Inizia per questi ragazzi una nuova avventura in nazionale, un primo traguardo raggiunto ma allo stesso tempo il primo vero trampolino di lancio. E bisogna sfruttatarlo questo trampolino, perché il trampolino è affascinante ma allo stesso tempo crudele. La selezione arriverà più avanti, qualcuno continuerà nel viaggio azzurro puntando alla Coppa del Mondo, qualcuno (speriamo il meno possibile) dovrà dire addio ai sogni di gloria. Così è la vita, così è lo sport. Il compito di far crescere (e sognare) tutti è di questi coach. In bocca al lupo Angelo Weiss, Michel Davare, Marco Maffei, Simone Stiletto, Giancarlo Bergamelli, Matteo Ponato e agli altri elementi che completano i quadri tecnici.
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