#PEZDI – Competenza e umiltà, ecco Matteo Nana

Non l’ho mai conosciuto a fondo Matteo Nana, ma forse va bene così, basta così per capirlo ed apprezzarlo. Eppure Teo l’ho conosco da gli ultimi anni della carriera, anche se non ho fatto in tempo a celebrarlo per i suoi podi in Coppa del Mondo in gigante e in slalom (tanta roba in entrambe le discipline). Con Nana a Gandino, nella bergamasca, ad un evento del suo sci club attuale, il Radici. Il sorriso è sempre lo stesso, la voglia di vivere a tutta anche, l’entusiasmo unico. E’ ancora in forma il Teo nazionale, anche se con questo mestiere piantato in pista trapano e radio munito è sempre più difficile esserlo. Classe ’74 (l’età migliore ovviamente), a me Nana piace. Oltre che per la competenza professionale, sarà quella solarità, sarà quella umiltà di base, di fondo, che deve avere nel dna. Nana è un generoso, un valore sempre più difficile oggi. Nell’immediato dopo Tomba era la punta di diamante dello sci azzurro, arrivato nell’olimpo dello sci qualche anno prima del suo (nostro) amico Giorgione Rocca. Dopo podi e piazzamenti di prestigio ecco una serie di infortuni a falcidiare la sua carriera e così…ciao ciao. Ci ha riprovato sposando la velocità e la combinata, ma non è più tornato ai livelli di prima. Nana ha sempre avuto il sorriso, forse solo una volta l’ha perso del tutto. Quando un suo pezzo di cuore è rimasto nel lago di Lecco (la sua ragazza è annegata durante un’immersione). Teo si è reiventato, è cresciuto. Maestro, allenatore, istruttore nazionale. Sempre con il sorriso. E forse anche perché quel dolore immenso gli ha fatto capire le cose che contano per davvero.

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