Patrick: 'Ho messo la prima pietra per Sochi'
Gallina vecchia fa buon brodo dice un proverbio. E ‘Thali’, non a caso, non tradisce: il ‘nonno della Val Sarentino’ chiude sesto il primo slalom di Coppa del Mondo oltre il Circolo Polare Artico.
ETERNO – Come Zanetti nel calcio, come Horner nel ciclismo. Nello sci azzurro c’è Patrick Thaler: generazione di eterni. Classe 1978, in Coppa del Mondo da quindici anni. Una corso contro il tempo la presenza in Lapponia: nell’ultimo mese infatti un mal di schiena a livello lombare lo ha bloccato prima del raduno di Zinal. Invece a Levi Thaler stava bene ed è riuscito ad esprimersi al meglio: ottimo sesto, dopo il quinto posto della prima manche. Thaler ha infarcito la seconda manche di errori, ma comunque ha concluso la gara con una prestazione sicuramente convincente.
«ERO DA PODIO»– Interviene Thaler: «A fine gara ero quasi dispiaciuto, perchè il podio era a portata di mano. Ho fatto un paio di errori e potevo anche uscire, ma la sciata era davvero efficace. Zinal a parte, in allenamento ero spesso davanti con Manfred Moelgg e Stefano Gross, in gara sono riuscito a ripetermi. Comunque sono contento del risultato, sono con i primi e questo è positivo. Ho messo una prima pietra per la convocazione dello slalom olimpico. Qualcuno a volte si scorda di Thali. E’ un errore, ci sono sempre».