Una sciata leggera, inconfondibile e a volte persino ingannevole, da ‘veleggiatrice’ della neve, tecnicamente impeccabile. Un talento sicuramente sbocciato che però può raccogliere molto più della singola vittoria, con sette podi complessivi, ottenuta finora in Coppa del Mondo, oltre ai quattro successi in Coppa Europa e ai due bronzi ai Mondiali jr.. Nina Loeseth, seconda per nascita delle quattro sorelle norvegesi e l’unica ancora rimasta in attività, si trova nel momento migliore della carriera e alla vigilia della stagione olimpica ha una gran voglia di trovare quella continuità di rendimento nelle discipline tecniche che potrebbe proiettarla verso traguardi altissimi. Le abbiamo rivolto qualche domanda, a pochi giorni, tra l’altro, dal suo matrimonio che celebrerà proprio in Italia…
Nina, come giudica la sua stagione 2016-2017?
«Sicuramente avrei voluto conquistare più podi e vorrei che la mia sciata fosse più consistente e performante, in ogni condizione. Detto questo, sono felice di quanto ho ottenuto. Ho imparato tanto nell’ultima annata e la mia velocità massima nelle manche migliori si è dimostrata quella giusta per competere ai massimi livelli. Ho quindi terminato la stagione con un’idea in testa molto chiara su dove migliorare, in vista del 2017-2018».
Guardandola sciare in effetti si ha l’impressione che possa vincere molto di più…
«Manca solo un po’ di consistenza in più, secondo me. La mia sciata in slalom è abbastanza stabile in questo momento e allora devo essere in grado di rischiare al massimo. Analizzando l’ultima annata, posso dire con certezza che i momenti migliori, sia in gigante che in slalom, sono arrivati quando ho osato lasciar andare di più gli sci. Ma non l’ho fatto troppo spesso, purtroppo. E’ su questo che devo lavorare se voglio vincere più gare».
La sua sciata così leggera a volte inganna… Qual’è il suo segreto?
«Sì è vero, ogni tanto sembro più lenta di quanto in realtà non sia… Penso di avere una tecnica molto efficiente e lascio correre gli sci al momento giusto. Ho sciato moltissimo quando ero più giovane e anzi a 12-13 anni mi sono allenata con un allenatore che mi ha fatto lavorare tantissimo sulla linea più stretta possibile all’interno di ogni singolo tracciato. Questa probabilmente è una delle mie caratteristiche migliori e anche una delle ragioni per cui amo particolarmente la neve compatta e ancora di più ghiacciata. Devo però imparare a correggere le mie linee quando la neve è più molle, perché in quel caso non riesco invece a essere così veloce..».
Pensa di poter vincere anche in gigante?
«Sì, certamente. Anzi, addirittura credo in questo momento di valere di più tra le porte larghe che non in slalom, sperando ovviamente di poter ottenere il massimo in entrambe le specialità. Ma sono davvero soddisfatta di come ho sciato in gigante, almeno fino a Natale. Devo solo sistemare dei dettagli tecnici e poi… il divertimento potrebbe iniziare!».
Programmi e obiettivi per il futuro?
«Ho appena terminato il classico ‘allenamento primaverile’, che consiste in realtà nel testare i nuovi materiali al meglio. In più ho lavorato un po’ sul superG. E nel frattempo è già iniziato l’allenamento a secco, che proseguirà poi, tutti assieme all’Olympic Centre di Oslo, dal 22 maggio al 1° luglio. Le vacanze questa volta le farò proprio a luglio: alla fine è bello stare un po’ a casa in questo periodo dopo aver viaggiato così tanto. Poi tornerò sugli sci a fine luglio in Norvegia, prima di recarmi in Nuova Zelanda in agosto con la squadra».
Cosa cambierebbe, se cambierebbe qualcosa, all’interno del circuito di Coppa del Mondo?
«Beh, sarebbe bello gareggiare di più in notturna. L’atmosfera delle ‘night races’ è qualcosa di speciale, per quello restano le mie favorite. Bello anche gareggiare assieme agli uomini, e quest’anno lo faremo anche nel Nostro Paese, a Oslo, il 1° gennaio 2018, con il City Event. Non vedo l’ora…».
Nel frattempo, in Italia…
«Nel frattempo mi sposerò proprio in Italia, a Lucca, a giugno. Amo il vostro Paese. Cibo e vino sono il massimo… Sì, è il mio Paese preferito. Ovviamente… dopo la Norvegia!».