«Grazie Claudio» dice Lara in conferenza stampa a Gurgl. Ma chi è questo Claudio? È Ravetto, sì proprio Claudio Ravetto che da un mesetto circa è diventato consulente del team Colturi. Un’altra novità nel team. Nelle scorse settimane le prime uscite, ma ha voluto che fosse Lara a parlarne. Secondo i suoi modi e tempi. Ed ecco che nella foto di squadra celebrativa del quinto podio in Coppa del Mondo, spunta nel bel mezzo proprio Claudio Ravetto, l’esperto tecnico biellese che è tornato in Coppa del Mondo senza grandi annunci, entrando in punta di piedi nello staff della diciannovenne piemontese, che insieme alla sua famiglia ha deciso di intraprendere un percorso totalmente differente. E di gareggiare per l’Albania. E allora abbiamo deciso di chiamarlo, per farci raccontare qualche curiosità.
Qual è nello specifico il ruolo?
«Non ho una collaborazione continuativa, quando posso vado in giro al loro fianco. Sono stato a Gurgl, non partirò per gli Stati Uniti. Ho seguito qualche allenamento di slalom nel capannone, visto che Lara arrivava da un periodo in cui ha lavorato più tra i rapid gates che in gigante».
Ha portato una linea specifica?
«Quando si sale sul treno in corsa, la prima cosa che bisogna fare è non inceppare quel treno che sta andando veloce. E dunque quello che cerco di fare è essere utile e di supporto. Quando una cosa funziona, bisogna lasciarla funzionare».
Che cosa ci racconta di Lara?
«Non ci avevo mai lavorato e mi ha impressionato. Oltre ad avere talento, ha voglia di lavorare, ha la capacità di migliorare, di progredire e di guardare avanti. In questo non è brava, è bravissima! Questo treno andrà avanti per tanto tempo, lei impara davvero molto. E in fretta».

E Mikaela Shiffrin?
«Non ha mai sciato così. Non è più solo precisa, ora è anche in spinta e in accelerazione».
Come scia Lara?
«In modo moderno, si sta avvicinando a quello che faceva la Shiffrin. Il modello è sovrapponibile. Ha una grossa capacità di sfruttare il materiale ed è quello che prevede lo sci di oggi. Ora le curve le fanno meglio gli sci degli atleti».
Già, gli sci. Bisogna fare un passo indietro, visti i continui infortuni?
«È per forza necessario fare qualcosa, ma spesso l’ambiente frena. Lo sci per tanti anni ha vissuto sul concetto delle nazioni e delle federazioni, ora è giunto il momento di fare in fretta e arrivare al professionismo, anche per la sicurezza. Se non arriviamo lì, questo mondo finisce. Significa gareggiare per team nella gare di Coppa del Mondo, con i colori della nazionale invece durante i Giochi Olimpici o i Campionati Mondiali».

Team privati?
«In tutti gli sport, l’individualizzazione dell’allenamento è fondamentale. Non è possibile fare in altro modo, bisogna partire da subito sul soggetto che ha talento. È un po’ come nelle scuole: il genio va trattato da genio, va fatto crescere in modo individuale. Se lo metti insieme agli altri frena e lo sci è uno sport di scivolamento».
Torniamo su Lara, meglio in gigante o in slalom?
«In questo momento l’ho vista lavorare prevalentemente in slalom. Tra le porte larghe avrà margine e può fare meglio di Sölden, in fondo è sempre stata più competitiva in gigante».
Fa impressione la sua concentrazione, anche quando è lì davanti…
«È molto, molto, molto più matura della sua età».
A proposito di giovani, Giada D’Antonio è partita bene. Cosa ne pensa?
«È molto brava e ben impostata. Mi piace molto il suo modo di sciare, tecnicamente è brava, soprattutto in slalom».




