Moltzan, Shiffrin, O’Brien: storie diverse, squadra unita e vincente

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Le avete viste dopo l’impresa di Sölden, tutte riunite in cerchio al parterre, assieme a tecnici, skiman e alla squadra intera? A saltare, gridare, ripetere slogan, come fossero un team di calcio a centrocampo dopo una vittoria importante? Un’immagine forte, quasi uno spot. Uno spirito di gruppo clamoroso in uno sport individuale, ma di fatto è quello che ci insegnano da tempo i nordamericani e se vogliamo anche norvegesi e ultimamente pure gli atleti svizzeri della squadra maschile.

Sul Rettenbach il Team USA femminile ha fatto la storia, sabato scorso. Sei atlete tra le prime 19 classificate: il secondo posto di Paula Moltzan, bronzo iridato uscente e mai così avanti in gigante in Coppa del Mondo; il quarto della “rinata” Mikaela Shiffrin tra le porte larghe, ovviamente leader del gruppo, con Nina O’Brien sesta, al miglior risultato della carriera eguagliato. Hensien 12ª, A.J. Hurt 13ª e, dulcis in fundo, la più giovane del lotto, Elisabeth Bocock, classe 2005, da Salt Lake City (Utah), 19ª, anche lei al “best” in carriera. Sei atlete dunque qualificate alla seconda manche e poi tutte a punti. Non capitava dal 28 novembre 1992, slalom gigante di Park City, quando Julie Parisien (3 successi in coppa del mondo, medaglia iridata ’93 in slalom), finì 9ª in quel gigante, con alle spalle le varie Thys, Fisher, Roffe (poi campionessa olimpica a Lillehammer ’94, ma in superG, e oro iridato in gigante ’85 a Santa Caterina), Twardokens e Voelker. Risultato però ben diverso nei piazzamenti rispetto a quello dello squadrone attuale a stelle e strisce. A ulteriore riprova ecco il miglior tempo nella seconda manche, sabato, di Nina O’Brien. Non solo: Moltzan ha fatto registrare il secondo parziale, Hurt il terzo e Bocock il quinto. In totale, cinque delle sette sciatrici più veloci nella seconda manche a Sölden sono state americane. 

«Sono felice di aver fatto altre due manche solide», ha detto poi Hensien. «Ci piace molto stare qui. È bello avere una squadra così forte e affiatata». «Scheib e io abbiamo trascorso tre giorni di allenamento insieme e ci siamo guardate dicendoci che dovremmo farlo più spesso», le parole di Moltzan, pronunciate ridendo: «Tutta la nostra squadra ha sciato incredibilmente bene e sono così felice di far parte di questa gruppo». 

È stata una giornata memorabile anche per Shiffrin, che ha parlato pubblicamente della sua battaglia contro il disturbo da stress post-traumatico dopo l’incidente nello slalom gigante alla Stifel Killington Cup quasi un anno fa. Il suo quarto posto ha segnato un trionfale ritorno ai vertici dello slalom gigante a seguito delle difficoltà incontrate in questa disciplina al suo ritorno alle gare nella scorsa stagione: «Sono così felice. Per come era finita un anno fa, è stata una “partita” di attesa, e alla fine gareggiare è diventato il passo successivo nella fase di preparazione, per ritrovare la mentalità agonistica. Mi sono sentita in sintonia con la mia mente e il mio corpo, anche se sono stata molto nervosa per tutta la settimana. Sono al settimo cielo», ha concluso Shiffrin. 

Paula Moltzan e Nina O’Brien
Paula Moltzan e Nina O’Brien ©Agence Zoom

La storia, a tratti surreale, ma tipicamente americana, di Paula Moltzan l’abbiamo già raccontata. Oggi con Shiffrin sono grande amiche, in passato non fu esattamente così. Ma il passato è passato. Un personaggio pronto a esplodere, invece, soprattutto in caso di successo, è Nina O’Brien da San Francisco, California, classe 1997. Ai Mondiali di Cortina 2021 si fece notare al grande pubblico, seconda a metà gara per chiudere poi 10ª solo per un grave errore alla penultima porta della seconda manche, nel gigante vinto da Gut-Behrami su Shiffrin e Liensberger. Chi la conosce bene racconta di una ragazza semplice, solare, dolce, intelligente e molto, molto tenace. Ha fatto fatica a emergere forse perché non era un talento naturale secondo gli standard globali e secondo Team USA. Ma ce l’ha fatta e soprattutto ha superato infortuni tremendi e ripetuti.

Nata a San Francisco, come detto, Nina si è poi trasferita nella zona di Vail, in Colorado, ed è cresciuta ad Edwards, dove oggi vive anche Mikaela Shiffrin. Ha iniziato a sciare a Palisades Tahoe, l’ex Squaw Valley, partecipando al programma Mighty Mite e poi partendo con la carriera agonistica grazie al Team Palisades, prima di tornare sulla costa orientale per frequentare la Burke Mountain Academy. O’Brien è stata subito notata come una sciatrice di alto livello ed è entrata a far parte del National Training Group (NTG), prima di essere ufficialmente nominata nella squadra di U.S. Alpine Ski Team nel 2016. Tre anni dopo vinceva già il titolo assoluto Nor-Am e oggi vanta anche otto titoli nazionali. La sua è una famiglia di sportivi: ha altri tre fratelli, tutti sciatori agonistici. Sua sorella maggiore Audrey ha gareggiato per il Dartmouth College, suo fratello minore Christopher ha sciato nella squadra di sci di fondo di Harvard e il fratello più piccolo, Preston, è uno sciatore agonistico.

Nina O’Brien
Nina O’Brien ©Agence Zoom

Trionfi e tribolazioni hanno segnato il percorso di O’Brien negli ultimi anni. Dopo un infortunio subito durante le Olimpiadi di Pechino in slalom gigante (frattura della gamba sinistra), ha progressivamente ritrovato la fiducia e il ritmo durante la stagione 2022/23. A febbraio ha conquistato il titolo di campionessa del mondo nel Team Parallel. I suoi notevoli progressi sono culminati in una meritata qualificazione alle finali di Coppa del Mondo di slalom gigante a Soldeu, in Andorra. Al termine della stagione, si è assicurata il 23° posto nella lista di partenza della Coppa del Mondo di slalom gigante, a testimonianza della sua resilienza e abilità. Poi però è arrivata un’altra mazzata, incredibilmente: si è rifratturata la gamba sinistra, durante un allenamento in Nuova Zelanda. Nonostante una situazione che avrebbe ammazzare un toro, su Instagram è riuscita pure a scherzare: «Sci alpino, ti amo, ma cavolo, puoi essere davvero brutale. Stavo vivendo il miglior ritiro di sempre e voglio solo tornare a quei momenti. Quindi immagino che dovremo riprovarci. Almeno non è la mia prima volta».

Il ritorno dopo un infortunio rappresenta una sfida fisica significativa per gli atleti, ma gli imprevisti possono essere tanti. O’Brien ha parlato spesso degli ostacoli psicologici che ha affrontato nel suo percorso di ritorno sulle piste per la stagione 2024-2025: «Per me, penso che ci siano ovviamente delle sfide mentali, o semplicemente il panorama del ritorno dopo un infortunio a volte è difficile da affrontare, o è difficile sapere cosa aspettarsi da se stessi, ogni giorno. Quando sono tornata dall’infortunio di Pechino, ricordo di aver ottenuto inizialmente alcuni buoni risultati e poi di aver faticato e aver sentito che quella fatica era in realtà più dolorosa, perché avevo capito che potevo ancora farcela e che avevo la velocità, e quindi attraversare questo momento difficile mi ha fatto davvero male al cuore e mentalmente». Ma è tornata ancora più forte di prima e il sorriso non l’ha mai abbandonata.

Paula Moltzan, Mikaela Shiffrin e Nina O’Brien
Paula Moltzan, Mikaela Shiffrin e Nina O’Brien ©Agence Zoom

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