Vice campionessa del mondo in carica in discesa, argento olimpico uscente in superG. Non c’è dubbio: nei grandi eventi, e sulle piste adatte alle sue caratteristiche di atleta estremamente scorrevole, Mirjam Puchner, sorella d’arte, austriaca di Salisburgo, 33 anni, due successi (in libera) e otto podi complessivi in Coppa del Mondo, si trova a suo agio. Di recente ha rilasciato una lunga intervista a un portale svizzero, ne riprendiamo qualche breve estratto.
Intanto, ha affrontato l’argomento legato alla pressione, essendo comunque un’atleta vincente: «Non sento la pressione – ha detto -. Naturalmente ho ottenuto buoni risultati nei grandi eventi, ma con Conny (Hütter) abbiamo un’atleta nella squadra che lotta regolarmente per le coppe di cristallo e che ha già vinto quella di discesa libera».

Un tema molto dibattuto è quello sulla preparazione per la stagione dei Giochi, che molti credono speciale o diversa. Non è così, secondo Mirjam: «No, per niente. In estate sicuramente no, perché il mio motto è che da noi bisogna dare il massimo fin dalla prima gara. L’ultimo anno olimpico poi per me era stato completamente diverso dalla stagione 2024-2025. Allora ero salita tre volte sul podio, mi sentivo davvero al top. Quest’anno ero lontana, ho dovuto qualificarmi per poter partecipare ai Campionati del Mondo. I percorsi sono stati quindi molto diversi, ma non la preparazione».
Poi, l’inevitabile pensiero su Milano-Cortina 2026: «In linea di massima Cortina mi piace molto. È sicuramente un vantaggio poter andare in un posto che ti piace. Le condizioni della neve mi sono sempre state favorevoli. È solo che lì ho spesso commesso errori stupidi, che devo eliminare. Credo comunque che Cortina sia una pista davvero fantastica. Il panorama è unico, credo che non ci sia niente di più bello delle Dolomiti. Penso di poter affrontare molto bene questa pista, ma per me è ancora così lontana che non ci penso troppo».
Infine, un pensiero sul suo futuro: «Dico sempre: finché c’è la motivazione e il corpo regge, si può continuare. Se si continua a provare gioia e ci si diverte anche durante gli allenamenti estivi, allora si continua automaticamente a lavorare, perché si arriva motivati all’inverno. È difficile dire quanto durerà ancora. Nel 2022, prima delle Olimpiadi, ho pensato: “Dopo l’inverno, smetterò”. E ora, quattro anni dopo, sto ancora sciando. Per me è sempre andata diversamente. Già cinque anni fa la mia carriera era a un bivio, perché avevo così tanto dolore al piede che ho detto: “Se l’operazione non funziona, è finita”. Il corpo decide molto, ma anche la testa. Per questo trovo estremamente difficile pianificare qualcosa. Credo che si senta quando è arrivato il momento».
Intervista completa qui.




