Troppi infortuni, l’iridata in discesa 2013 si ritira
A 32 anni e dopo troppi infortuni (tant’è vero che ha disputato ‘solo’ 107 gare in Coppa del Mondo), Marion Rolland, discesista francese di Saint-Martin-d’Hères, classe 1982, oro mondiale a Schladming 2013 in libera davanti a Nadia Fanchini e Maria Riesch, ha annunciato il suo ritiro.
OPERAZIONE – Marion tornerà sotto i ferri ad aprile per un’altra operazione al ginocchio destro, già operato più volte e sarà comunque presente alle finali di Meribel, ma ovviamente solo come spettatrice.
IL SALUTO – «Non potevo smettere l’anno scorso senza cercare di difendere il mio titolo nel febbraio 2015 – ha dichiarato Marion alla Federazione francese -, avrei avuto troppi rimpianti per il resto della mia vita. Ora sono serena nel prendere la decisione di interrompere la mia carriera, ho vissuto momenti belli e preso batoste. Il mio titolo mondiale rimane ovviamente il ricordo più bello. Futuro? Ho alcune idee che potrò realizzare solo se starò bene fisicamente, per ora nulla di concreto».
CARRIERA – Marion, classe 1982, lascia con una vittoria in Coppa Europa, due podi in Coppa del Mondo (due secondi posti, in discesa e superG, alle Finali di Schladming 2012) e l’oro iridato, sempre a Schladming, in discesa, nel febbraio 2013. Il miglior risultato ai Mondiali juniores è il nono posto ottenuto nel superG di Verbier del 7 febbraio 2001. In Val d’Isere, ai Mondiali senior 2009, è stata quinta in discesa.
INFORTUNI – Di lei resterà impressa nella memoria anche l’incredibile caduta con grave infortunio ai Giochi di Vancouver 2010: pochi istanti dopo l’uscita dal cancelletto, cadde un po’ goffamente sul fianco destro, apparentemente senza conseguenze, e senza velocità, ma purtroppo rompendosi invece i legamenti del ginocchio sinistro. A metà settembre 2013 le saltano i legamenti del ginocchio destro, in Cile, e poi, lo scorso gennaio, nel superG di Cortina, altra caduta e altro infortunio allo stesso ginocchio. Niente difesa del tiolo Mondiale e, alla fine, l’inevitabile ritiro. Una carriera sfortunata, illuminata, però, da una giornata d’oro.
Buona vita, Marion!