Man of the weekend: Marcel Hirscher

Una nuova rubrica curata da Marco Pastore

Sembrerà banale, ma il personaggio del week-end francese di Coppa del Mondo è senza dubbio Marcel Hirscher. Chiude la due giorni sulla Face de Bellevarde con 180 punti in tasca e ribadisce una leadership che pare davvero incontrastabile.

DUE MANCHE PERFETTE IN GIGANTE – In gigante sembra il solito copione, due manche quasi perfette dove lascia qualche centesimo solo nell’ultimo parziale di entrambe le manches, ma è poca cosa e il distacco finale supera il secondo per l’ennesima volta. Tecnicamente siamo sempre vicini alla perfezione, con capacità di trovare il vincolo al momento giusto, stringendo sul palo traiettorie dirette, pulite  e veloci in ogni curva, nonostante il pendio estremo e i numerosi dossi che rendono questo gigante uno dei più difficili al mondo.

LE DIFFICOLTA’ NELLA PRIMA IN SLALOM – In slalom pare inizialmente una giornata storta. Nella prima frazione vediamo un Hirscher meno fluido del solito, in difficolta su un terreno che miete parecchie vittime e  la sua azione non è efficace e continua. La preparazione di curva è meno precisa, gli appoggi meno diretti e il cronometro lo conferma: 1’.66 da un inarrivabile Henrik Kristoffersen e ottava piazza provvisoria. Nessuno osa però darlo per morto e dopo una lunga riunione con il suo staff “a conduzione familiare”, le idee sono di nuovo chiare. Qualche modifica ai materiali (sci e scarponi) e su in partenza. Dalle prime porte si capisce subito che la musica è cambiata.

CLASSE E…TESTA NELLA SECONDA FRAZIONE – Una manche in progressione con l’ultimo settore praticamente ineguagliabile. La rapidità di piedi è sempre la stessa, ma gli sci sono sempre di “taglio”, più che nella prima manche. La rimonta è scontata e arriva un secondo posto che vale una vittoria.
Se a livello tecnico non ci sono dubbi sulle capacità e talento di questo fuoriclasse, la cosa che più impressiona è la testa. Un atleta sempre all’attacco, non sbaglia quasi mai e raccoglie quasi sempre il massimo. Non sente la pressione degli avversari che certamente non vedono l’ora di batterlo e vive le manches oltre le prime 2-3 posizioni come delle sconfitte, dalle quali rifarsi immediatamente. E puntualmente ci riesce. E’ questo che lo rende davvero completo. Va detto, la candidatura a diventare il più grande sciatore di tutti i tempi non è un miraggio.

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