Dominik Paris è un campione. Nello sport lo sapevamo già di gran lunga. Non è necessario elencare i suoi successi, dal momento che il gigante della Val d’Ultimo è già storia e leggenda dello sci alpino per quanto riguarda la velocità. Ma al parterre di Yanqing ha dimostrato davvero di essere un campione anche a livello umano. Umile, sincero, schietto. Uno che si prende le responsabilità senza se e senza ma. Esce dalla zona del traguardo e arriva nel settore media. Lo vediamo nell’area delle televisioni. Sembra scuro in volto, ma non è così. Ci tradisce l’occhiale nero e il controluce, ci tradisce la razionalità umana che ti farebbe andare su tutte le furie dal momento che almeno il bronzo lo hai sfiorato e ti chiami Paris, non una meteora qualsiasi. Arriva da noi, dai giornalisti di carta e web, e va dritto al nocciolo della questione. Le sue parole valgono il biglietto per la Cina. Eccolo: «Oggi ha vinto il più forte punto e basta. Beat Feuz è completo, è quello che meglio si adatta ad ogni situazione, tipo di neve, di pista, di tutto insimma. Un oro meritato. Io? Ho sbagliato nella parte finale, ho sciato troppo brusco. Una questione di sciata, di atteggiamento, più che un errore. Quando non sono al top riesco a primeggiare solo sul ghiaccio. Per il resto faccio un po fatica». Nella sua analisi Domme esclude problemi di materiali. O sorvola sull’argomento? Comunque afferma: «I materiali sono importanti chiaro, ma se unosbaglia tatticamente e tecnicamente non può cercare altre spiegazioni».Da applausi: umile, chiaro, saggio.
Chi invece non si presenta nella finish area è Christof Innerhofer. Dopo il traguardo scappa via, non rilascia interviste. Era imbufalito sicuramente Inner e così non c’è verso di incontrarlo. Matteo Marsaglia racconta invece un episodio: «Mi sono visto nelle reti prima di un salto. Ho incrociato le code, stavo facendo un volo pauroso e per fortuna sono qua a raccontarlo. La gara è stata discreta, ma ho fatto fatica un po’ in quale mezze curve a fare velocità. Poi dopo sul rischio ho cercato di rimanere concentrato ma non è stato semplice. Tuttavia è bello essere qua, una Olimpiade che condivido con mia sorella Francesca. Si, esserci è stato frutto di essermelo meritato sul campo dopo una stagione regolare con degli squilli importanti». Domani ragazzi a tutta: c’è il superG.