Lorenzo Galli è chiamato a una nuova sfida, alla guida del team A maschile di discesa. «Frequento questo mondo da una vita, prima da atleta, poi da allenatore, ma è il mio primo anno da responsabile di una squadra A. E dunque anche io avrò qualcosa da imparare, ma ho la fortuna di lavorare con un gruppo di persone, atleti e allenatori, che conosco bene da sempre».
Qual è il primo obiettivo, anche perché le esigenze del gruppo sono molto differenti tra loro?
«Inquadrarci come sistema, e poi solo lavorare intensamente: la voglia c’è, il feeling da queste prime uscite, anche. Poi è vero che gli obiettivi personali sono molto diversi: andiamo da Molteni che ha 4 presenze in Coppa del Mondo, a Innerhofer e Marsaglia che di esperienza ne hanno da vendere. Senza dimenticare chi rientra da un infortunio, come Casse, che ha anche cambiato materiale, o lo stesso Bosca, anagraficamente è un 93, ma lo considero quasi un 96, sciisticamente parlando, viste le stagioni perse per gli infortuni».
Una sorta di ricambio generazionale?
«Direi di sì. Ognuno ha esigenze diverse, tutti devono crescere di livello. I vecchi li conosco dai tempi della mia stagione 2015/2016 in squadra A, gli altri nel lavoro con la B: le possibilità ci sono, ma restiamo sempre con i piedi per terra. Potremmo avere anche undici posti in prova: guarderemo anche sotto, alla squadra di Coppa Europa, per capire chi è pronto per la Coppa del Mondo».
Programma estivo con una lunga trasferta oltreoceano.
«Abbiamo già iniziato la preparazione atletica a Formia con ottimi risultati, adesso prosegue a Courmayeur, poi il 2 settembre si parte: due blocchi, il primo a La Parva, il secondo a Ushuaia, per rientrare il 3 ottobre. Mai come quest’anno sarà utile, viste le temperature sulle Alpi e anche perché alla fine i ghiacciai per la velocità sono solo due e Saas-Fee è un po’ chiuso dagli austriaci e Zermatt dagli svizzeri».
Con il gruppo di Paris?
«Loro partono prima per il Sudamerica, già a metà agosto, noi arriveremo dopo, ma poi ci ritroveremo in vista della stagione».
Come vedi l’opening di quest’anno?
«Sulla carta sembra facile, almeno per le pendenze. Poi certo sarà barrata, la lavoreranno per i salti e non dimentichiamoci la fatica per la quota».
È difficile fare discesa in Italia?
«Ho visto un cambiamento in questi ultimi anni. Con la B ci siamo allenati bene a Santa Caterina, a Sella Nevea ci hanno dato la possibilità di avere piste prima delle gare di Coppa Europa. Altre stazioni hanno dato la loro disponibilità per gli allenamenti: insomma le opportunità stanno crescendo».