Longo: «Serve una svolta culturale e valorizzare davvero il territorio»

Stefano Longo, classe ’56 nato a Padova, manager di lungo corso nel campo assicurativo, è presidente della Fondazione Cortina. Consigliere federale, Longo scende nuovamente in campo con rinnovato entusiasmo e tanta passione. Eccolo: «Prima di tecnica, metodi e organizzazione, c’è bisogno di mettere l’accento sul valore umano. E’ necessaria una crescita delle persone, il nostro mondo è da valorizzare ancora maggiormente. Quello fatto fino ad oggi a livello centrale lo ritengo senza dubbio positivo. Dati e risultati parlano chiaro certo, ma ora è necessaria una svolta culturale su alcuni processi come quello della delega. Le istituzioni restano, gli uomini cambiano e per questo oltre a un presidente forte ed autorevole, adesso serve un consiglio federale di ancora maggiore qualità. Abbiano un bacino di risorse sensazionale sul territorio. Penso ai 332 consiglieri provinciali e ai 170 conigliere regionali, che aggiunti a consiglio federale, tecnici, atleti e dipendenti rappresentano numeri da capogiro. Crescere tutti, utilizzando anche l’eccezionale Scuola Tecnici Federali, una grande academy che può essere anche indirizzata verso la formazione manageriale per creare uomini dalla periferia fino al centro che siano guida, sostanza, capaci ed ognuno con la propria vocazione messa in risalto».

Parla diverso Stefano Longo, questo nuovo atteggiamento culturale sembra davvero alla base dei suoi ragionamenti, il dna di ogni scelta, il motore di tutto insomma. Ancora: «Lo sci alpino è il più ricco e quello maggiormente preso in considerazione in Italia. Tuttavia abbiamo 15 specialità di cui 11 olimpiche ed è necessario continuare a valorizzarle tutte. Il medagliere olimpico non è fatto solo dallo sci alpino. La grande scommessa del futuro è lo sci nordico, da troppi anni al palo, sebbene le eccellenze che conosciamo. A volte mi sembra, ma è una cosa pericolosa che osservo un po’ in tutte le specialità, che capita veder i nostri giovani che appena entrati in squarta nazionale giovanile o in un gruppo sportivo militare si siedano. Errore, quello è un traguardo nobile chiaro, ma soprattutto deve essere una ripartenza verso traguardi ancora più ambiziosi».

Frai vari punti programmatici che Longo affronta c’è quello del cosiddetto allenamento a chilometro zero. Chiude il manager veneto tesserato con il 18 Cortina: «E’ sempre stata una mia battaglia quella che io definisco ‘allenamenti a chilometro zero’, ossia cercare di sviluppare, rinvigorire, aiutare, promuovere i piccoli impianti di paese per l’alpino e gli anelli per il fondo. Limitano spostamenti, riducono costi, abbattono lo stress. Ci sono esempi in Val Casies o per il fondo a Padola di Comelico. Strutture snelle, periferiche, votate essenzialmente all’agonismo. La Fisi deve aiutare a proteggere queste situazioni, che perchè no, possono essere fulcro e primi tasselli verso  finalmente la creazione di centri federali di allenamento, che in ogni specialità di Fisi sarebbero efficaci ed utili».

Qui il programma dettagliato di Stefano Longo

 

 

 

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