Gli atleti dello ski cross saranno i primi a testare le regole cinesi. Tra tre settimane, dal 25 al 27 novembre, la Coppa del Mondo si aprirà infatti, proprio in Cina, su quella che sarà la pista che assegnerà le medaglie olimpiche. Una bella opportunità per conoscere il campo di gara (che molte discipline, lo sci alpino in primis, non hanno avuto), ma anche tanti grattacapi da risolvere, visto che saranno già adottate le ferree norme anti contagio previste dagli organizzatori cinesi.
«È da quasi un mese che ci lavoriamo – spiega il coordinatore azzurro Bartolomeo Pala – per capire come potremo muoverci. Alla fine andremo, ma non con la squadra al completo, visto che a dicembre avremo subito altre tre prove di Coppa del Mondo, compresa quella in Italia. Non vogliamo rischiare di rimanere bloccati o peggio messi in quarantena. Anche noi allenatori ci divideremo, io andrò, Stefan (Thanei, ndr) resterà a casa. Non si sa mai…».
Sarà proprio la stessa dei Giochi?
«In teoria sì. Ho già visto i disegni, adesso, però la neve è tutta sparata. Poi chissà, da qui a febbraio magari nevicherà un po’, sarà un po’ più larga, ma non cambierà molto.
Resta pur sempre una pre-olimpica e dunque porteremo gli atleti che hanno bisogno di far punti (Yanick Gunsch, Edoardo Zorzi, Dominik Zuech), per qualificarsi nei 32 che saranno ammessi ai Giochi. Gli altri tre, Simone Deromedis, Jole Galli e Lucrezia Fantelli, che sono più avanti nelle graduatorie, resteranno a casa per preparare al meglio le tappe di Coppa del Mondo sulle Alpi».
Com’è andata la preparazione?
«Sono soddisfatto, non abbiamo quasi perso giorni di allenamento. Abbiamo iniziato con gigante e superG, con le partenze, poi man mano allo Stelvio abbiamo costruito una pista di ski cross e siamo riusciti a fare qualità. Abbiamo anche cercato di cambiare, andando a Saas-Fee, questa settimana chiuderemo questa prima fase di preparazione, visto che le gare sono alla porte, con una sessione a Pitzal».
Cosa ti aspetti da questa stagione?
«Consolidare i risultati dell’ultima. E ovviamente per tutti superare qualche heat in più, per Simone, Jole e Lucrezia anche qualche finale in più, puntando al podio».
Una squadra giovane (nel gruppo c’è anche il veterano Siegmar Klotz, che tra un guaio fisico e l’altro si è allenato poco e potrebbe anche decidere di smettere) che tra Mondiali e Coppa Europa si è fatta notare e adesso punta al salto di qualità.
Già i giovani, lo ski cross farà parte dei campionati Children e Pulcini?
«Sì, sì confermatissimo – chiude Barto – ne abbiamo parlato alla commissione che si è riunita a Modena e siamo d’accordo di mantenerlo nel programma. Lo abbiamo detto e ridetto: è una disciplina utile per la crescita dei giovani atleti. E non si cambia materiale, neppure la tuta (lo ski cross, lo ricordiamo, passerà sotto lo sci alpino: in questa stagione in Coppa del Mondo si gareggerà ancora con il due pezzi, poi la tuta sarà la stessa dello sci alpino). Certo, servirà un grande lavoro alla base da parte di sci club e comitati: il massimo sarebbe avere un referente e magari un centro di allenamento in ogni regione. Ne gioverebbe non solo lo ski cross, ma tutto il movimento dello sci alpino».
