Levi: Italia femminile, strada in salita. Ma bisogna osare. Liore: «C’è voglia di riscatto»

Per parlare della situazione dello slalom femminile italiano partiamo da una premessa che lasciamo al nuovo direttore tecnico, Matteo Guadagnini, con cui abbiamo scambiato qualche opinione durante la Fiera Skipass Modena: «Inutile parlare del passato – ha detto il tecnico trentino -, non so perché la squadra abbia un buco generazionale in slalom; è così, ora guardiamo avanti. L’unica cosa che posso dire, per quanto constatato finora, è che qualche atleta, penso magari a una Francesca Marsaglia o a una Elena Curtoni, fosse potenzialmente una buona slalomista, e forse è stata dirottata troppo presto su altre discipline. Anche Brignone può fare bene e Bassino sta crescendo nella specialità. Detto questo, le giovani che lavorano con Pfitscher hanno un grande potenziale. Su di loro si può contare, ma non sono ancora pronte. Prima bisogna abbattere i punti FIS e fare risultato in Coppa Europa. Si sono allenate spesso con le nostre atlete più esperte ed erano indietro. Il processo sarà lento, ci vorranno 3-4 anni per vedere risultati concreti».

LEVI – Così stanno le cose e allora il primo pensiero che ci viene in mente è di… sperare in una squadra agguerrita e coraggiosa, seppure poco numerosa (cinque atlete), a Levi. Non c’è veramente nulla da perdere. L’aspetto positivo è il ritorno di Michela Azzola, l’ultima italiana ad aver vinto la classifica di slalom in Coppa Europa. Quello negativo riguarda principalmente il numero di partenza, dato che nessuna italiana sarà presente nel primo gruppo. Martina Perruchon, classe ’96, valdostana, all’esordio, prometteva benissimo già tre anni fa e sembra essersi ritrovata dopo un buon allenamento svolto quest’estate, sia fisicamente che sugli sci. E’ sicuramente la più in forma tra le giovani. Guardando al resto del mondo, come già detto, Shiffrin è di un altro pianeta, probabilmente anche Vlhova, Holdener, Hansdotter e Zuzulova, ma lo slalom femminile va a diverse velocità in questo momento. Pochi super fenomeni, tante oneste atlete, nulla di più. Per questo c’è spazio per inserimenti da dietro. Certo, Levi è una pista che ha sempre respinto l’Italia con le donne, Chiara Costazza vanta un quinto posto ottenuto però oltre dieci anni fa. Altro motivo per cui è inutile pensare troppo: bisognerà “buttare” grande coraggio in pista.

PAROLA A LUCA – «In Senales – dice il nuovo responsabile del team, Luca Liore, già in Finlandia con staff e squadra – abbiamo svolto un buon lavoro, cercando di cambiare più possibile tracciati e tipo di pendio, per simulare la Black di Levi. In Lapponia faremo ancora due giorni di allenamento, mercoledì e giovedì. Venerdì 11 sarà tempo di sciata in pista. Gli obiettivi sono chiari: Costazza, Irene Curtoni e Moelgg devono assolutamente puntare alla top10 per abbassare subito il numero di pettorale, alzare poi gli obiettivi e puntare in alto. Azzola sta bene, è già motivo di grande felicità. Perruchon sì è nelle cento al mondo, liste FIS alla mano, ma gareggia peché ha anche dimostrato di essere al momento la migliore delle giovani. Sicuramente servirà un atteggiamento aggressivo in gara dalla prima all’ultima porta».

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