GARMISCH PARTENKIRCHEN LIVE – C’è tanto dietro al quinto e al sesto posto di Stefano Gross e Tommaso Sala. Non solo aver domato una Gudiberg esigente per i segni causati da questo pazzo inizio gennaio e che ha obbligato gli organizzatori a salarla per compattarla ed indurirla. Non solo aver superato una persistente influenza il primo e un lancinante mal di schiena il secondo. Non solo aver dimostrato che l’Italia dello slalom è viva e vegeta e può competere per salire sul podio. Una giornata eterna, infinita, con ritmi impressionanti. Svegliarsi alle 6 con la prima manche alle 15.40 non è roba da atleti normali, ma da guerrieri, da ragazzi che lottano. Forse da gente che normale proprio non è. Va bene che sanno risparmiare e dosare le energie, centellinare le forze e dare gas quando serve, ma oggi è stata davvero estenuante la giornata. Prima un paio di giri sul duro in una ski-area che non era quella di gara, raggiungendo il pendio di training nel traffico della vippaiola cittadina di tedesca straripante per le feste. Assaggiare la neve, mettere in azione il motore, ma in una maniera inusuale: solitamente i riscaldamenti sono tempesticamente assai più vicini alla prima manche. Ma va così oggi in questo angolo di Baviera.
Poi il rientro in albergo. Qualche esercizio, un pranzo veloce e via alla volta della Gudiberg. C’è una folla mostruosa a Garmisch Partenkirchen ad assistere alla gara. Complimenti vivissimi a chi ha promosso l’evento e a questi tifosi che hanno riempito di colori ed entusiasmo il catino della Gudiberg. La ricognizione senza gli skiman, con solo alcuni tecnici in pista, La paura di rovinare il manto nevoso ha obbligato la Fis a far scendere poche unità per squadra al di fuori ovviamente dei concorrenti. Si suda sulla Gudiber. Si suda per la paura che la pista non segni troppo, non solo per la temperatura che è tutta tranne che invernale per essere comunque in una località alpina. La prima manche è una guerra. Si segna subito. Sala al via con il 13: buono, in spinta, stabile, solido. Poteva fare di più? Certo, ma decimo ci sta. Gross parte con il 38: si danna fra gli angoli bavaresi e attacca con il sale che spruzza sotto gli sci. Si infila: 26°.
La seconda è sotto i riflettori completamente, ma soprattutto sotto un pubblico da grande classica, da classica monumento. Perchè così è: una Garmisch da applausi ha assistito allo spettacolo del terzo slalom della stagione di Coppa del Mondo. Parte Sabo. Davanti. Rimonta, rimonta, rimonta. Fino al 5° posto con il miglior tempo. Delirio, festa, faville. Del resto i campioni sono campioni, duri a morire, e dare per vinti i pezzi da novanta se si guarda la carta d’identità è semplicemente da idioti. Grande Sabino da Poza di Fassa. Sala fa un capolavoro. La pista è già segnata, il sale fatica a lavorare il pendio. Il brianzolo, bormino d’adozione, spinge che è un piacere e riesce addirittura a migliorarsi nel finale. Finisce a 4 centesimi da Gross e sarà 6° posto. Una giornata infinta che termina in festa, grande notte per i nostri. Per i piazzamenti vicini al podio certamente, ma soprattutto perchè c’è la consapevolezza che questi due (ma anche il resto della formazione di Simone del Dio) nel mese dello slalom, gennaio, potrà andare a tutta. Forza ragazzi! Continuiamo nel viaggio, continuiamo a sognare e puntare dritti al podio.