Nevica da quasi tre giorni, non si vede, ma “the show must go on”. Siamo a Kitzbuehel, più di 40.000 spettatori e non si poteva annullare la gare delle gare. Giusto o sbagliato? Alcuni atleti sono perplessi al traguardo, consapevoli dei rischi della discesa libera, ma dell’idea che oggi si sia andato un po’ oltre i limiti. La partenza viene abbassata e la neve fresca non del tutto spostata dal tracciato di gara. Jan Hudec (decimo a fine gara) segnala che in alcuni punti non sono state messe le consuete strisce di colore blu che aiutano non poco a vedere le ondulazioni del terreno. Insomma, una gara difficile. Per fortuna però, non si registrano cadute o infortuni. La vittoria di Didier Cuche è una vera e propria impresa. A due giorni dalla conferenza stampa dove annunciava il ritiro dall’attività agonistica a fine stagione, dimostra di essere ancora in piena forma e lascia il segno ammutolendo l’Austria. Scia con la consueta potenza ed interpreta al meglio la “traversa” finale, dove ci si gioca tutto e dove alcuni altri tra i favoriti perdono la gara. Già a Lake Louise avevamo detto come quest’anno Cuche riesce a dare il meglio in condizioni di neve morbida, al contrario del passato. E’ la quinta vittoria a Kitz (la prima nel 1998, ben 14 anni fa), la diciannovesima in carriera. Un atleta già nella storia che mancherà sicuramente allo sci. Agli austriaci oggi manca solo la vittoria. Baumann, Kroell e Puchner occupano infatti nell’ordine la seconda, la terza e la quarta posizione. Attaccano la Streif senza riserve e l’atteggiamento paga. In condizioni così difficili ci vuole anche e soprattutto decisione. Peccato per Christof Innerhofer, l’unico azzurro oggi in lotta per il podio. Si disunisce nel delicato passaggio dopo l’Hausbergkannte lasciando sul terreno alcuni decimi che gli avrebbero consentito di chiudere molto meglio della sedicesima posizione finale.
Segui il nostro canale telegram per ricevere subito tutti gli aggiornamenti di raceskimagazine.it. Clicca qui e unisciti alla community.