Che fosse una seconda manche tutta da giocare era ben chiaro. Ma forse non così tanto. Parte (quasi) subito Lucas Braathen: non che avesse sciato male nella prima con il pettorale 31, ma aveva pagato duramente un errore a metà gara, pagando 2.04 e qualificandosi per la seconda manche solo con il ventinovesimo tempo. Senza paura, senza timori, manche incredibile la sua, pressoché perfetta. Vabbè direte voi, la pista era a puntino, ma lui ha fatto tutto nel modo giusto. Quasi un secondo e passa, a quasi tutti gli altri. Qualcuno salta, in tanti sbagliano, compreso Kristoffersen, leader a metà gara e che era davanti sin quasi sul traguardo prima di inforcare. Vince e piange Braathen, per la prima vittoria in slalom in Coppa del Mondo.

Ma la festa è anche e soprattutto azzurra, con Giuliano Razzoli. Ha fatto qualcosa di incredibile, forte della grande esperienza e di una sciata sempre pulita. Alla fine non ci credeva neppure lui, l’hanno dovuto richiamare per rimettersi il pettorale e salire sul podio. Un terzo posto che vale la stagione. A soli 29 centesimi. In mezzo c’è la Svizzera, con Daniel Yule, secondo a 22 centesimi. Per dare un riferimento della gara di Braathen due dati: nella seconda manche Yule ha siglato il sesto tempo a 1.38, Razzoli il quinto a 1.32.

La top ten. Quarto Fabio Gstrein (secondo tempo di manche a 97 centesimi) che recupera tredici posizioni e finisce a 39 centesimi, quarto Manuel Feller con una seconda discesa da dimenticare con oltre due secondi di margine, poi Sebastian Foss-Solevaag, Loic Meillard (anche per lui secondo tempo di manche con lo stesso crono di Gstrein), Clement Noel, Alexis Pinturault e Marco Schwarz.
Casa Italia. Altra uscita incredibile Alex Vinatzer: stava giocandosela anche lui, tocca il palo, incrocia gli sci e ne perde uno. Out.
Sorride invece il vecchietto del gruppo, Moelgg Manfred con il suo tredicesimo posto e ben nove posizioni recuperate, ventesimo Tommaso Sala, ventunesimo Stefano Gross.
