Sette vittorie, 13 podi complessivi, 1.325 punti, secondo posto nella classifica generale di Coppa del Mondo, primo in quella di discesa e combinata, secondo posto in superG, punti ottenuti in tutte le specialità, con la ciliegina sulla torta del titolo iridato in libera, vinto a St. Moritz 2017. Ilka Stuhec da Slovej Gradec, 26 anni, è esplosa in tutto il suo talento (in realtà ben noto fin dalle categorie giovanili) in una singola stagione, totalizzando più punti di quanti non ne avesse mai fatti sommando anche tutte le annate precedenti nel circuito maggiore… Un’impresa clamorosa. La FIS apre con lei la classica serie primaverile-estiva (che vedrà protagonista a breve anche Federica Brignone) delle interviste domande-risposta, Q&A.
Ilka, cosa evocano tutti questi numeri e come si sente a rivivere la sua annata così ricca di successi?
«Durante la stagione non guardo mai a numeri e statistiche. Non ho nemmeno avuto molto tempo per rendermi conto di quanto avevo fatto e cosa significasse per me. Adesso invece se mi guardo indietro penso sia stato tutto incredibile. L’altro giorno ho sistemato coppe e medaglie in casa, mi sono resa conto di aver raggiunto grandi traguardi e… come mi è accaduto altre volte nel corso dell’ultima annata, sono scoppiata a piangere».
no road is long with the best company! THE team, we run the world. i love you ???? pic.twitter.com/0dociq5rUW
— ilka štuhec (@ilkastuhec) 16 marzo 2017
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Cosa l’ha resa quasi imbattibile nel 2016-2017?
«Non c’è solo un aspetto. Per compiere un enorme passo avanti come quello che io ho fatto, non basta una singola estate. Devi crescere e svilupparti come atleta anno dopo anno. Tutti i tasselli sono andati a posto, dall’allenamento a secco al set up dei nuovi materiali. Forse… ho semplicemente smesso di pensare troppo e… iniziato a sciare, divertendomi. Tanto».
Ha ottenuto buoni risultati anche in gigante e in slalom. Ci pensa, per il futuro?
«Ci alleniamo in tutte le discipline, non voglio essere una specialista solo di alcune. Ma durante la stagione è piuttosto difficile trovare il giusto equilibrio tra gare, allenamenti e riposo. Gareggiare sempre in tutte le prove dall’inizio alla fine è molto stancante. Quindi deciderò in base a come andrà la prossima stagione».
Olimpiadi e Coppa del Mondo. Obiettivi o sogni?
«Sono i sogni di tutti gli atleti e quindi anche i miei. Nel caso della gara olimpica, abbiamo già visto tante volte come tutto sia possibile. Posso solo cercare di dare il massimo in ogni singola prova come ho fatto lo scorso anno e si è visto che ha funzionato piuttosto bene. Per cui dico, perché no anche ai Giochi? Ma il cammino prima del prossimo anno è ancora molto lungo e ci sono tante gare prima dell’appuntamento a Cinque Cerchi».
Dopo i Mondiali jr. 2008, ha subìto tanti infortuni, diversi fra loro. Ci spiega com’è stato risalire?
«Nell’estate 2008 sono caduta malamente durante un allenamento in discesa, a La Parva, in Cile. Risultato: rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro, problemi enormi ai menischi, più altri guai. Dopo la prima operazione non stavo ancora bene e sono tornata nuovamente sotto i ferri per un intervento in artroscopia al ginocchio destro. I muscoli non si riformavano, avevo ancora tanto dolore. Dopo un po’ di tempo per fortuna ho potuto tornare ad allenarmi come prima. Ma ecco, immediatamente, un’altra caduta in slalom, lussazione della rotula e ancora una volta rottura parziale del legamento crociato anteriore. Operazione di pulizia, i dottori mi dissero che era tutto ok, ma purtroppo non lo era. Avevo ancora molto dolore e ho dovuto pensare a una nuova strategia. Mi sono recata a Basilea, in Svizzera. Lì il Dr. Friederich e il suo team hanno salvato il mio ginocchio destro e la mia carriera. Tutto questo nel 2010. Dopo sono migliorata stagione dopo stagione e sono stata selezionata per partecipare ai Giochi Olimpici di Sochi 2014. Ma giusto un mese prima, durante la gara di Coppa a Zauchensee, ho rischiato di nuovo di cadere e il brusco movimento mi ha procurato la rottura di un terzo del legamento crociato anteriore dello stesso ginocchio. Ennesimo intervento in artroscopia, sempre a Basilea. Sono stata fortunata ad avere i migliori dottori e fisioterapisti accanto perché… sono riuscita a partecipare ai Giochi russi! Ancora oggi il ginocchio destro non è completamente a posto, ma i muscoli sono forti abbastanza da rendere stabile il ginocchio stesso e alla fine funziona tutto per il meglio!».
Lavora di fatto con un team individuale, mamma le prepara gli sci. Quali sono i vantaggi?
«Il vantaggio principale è che posso fare ciò che mi serve di più in quel determinato momento. Se ho bisogno di allenarmi lo faccio, se è il momento di riposare, decido di riposarmi, se serve qualcosa d’altro, si fa. Il team attorno a me è come una famiglia, siamo tutti molto uniti. A volte è dura perché siamo molto… emozionali, ma nella maggior parte dei casi funziona al meglio».
Atleta, campionessa e studente di Economia a Maribor. Come riesce a conciliare tutto?
«E’ molto difficile studiare e gareggiare allo stesso tempo. Vorrei dare più esami e più velocemente, ma a volte non ho abbastanza energia. L’aspetto positivo è che ho potuto comunque avere molte informazioni sul business e sul business dello sci e poi ho toccato con mano come funziona veramente, nel mondo reale!».