Allenatore dedicato a Sara Hector, con carta bianca per portarla più in alto possibile. Pierre Miniotti ha raggiunto il grande obiettivo, dopo una stagione di altissimo livello. Correre da grande favorita non era facile, ma la svedese è riuscita a gestire le pressioni e ad andare ancora una volta a segno. Questa volta non in Coppa del Mondo, ma nella gara delle gare che ti porta dritti nell’Olimpo. «Non ero mai stato alle Olimpiadi ed è un mondo tutto nuovo per me – racconta il valdostano -. Sono rimasto tranquillo nella prima manche, fino a quando ho visto parecchie atlete sbagliare. E allora anche io mi sono agitato, però me la sono veramente goduta fino in fondo».
Al traguardo si è voluto ritagliare un momento per se stesso, per fare un tuffo indietro e ripensare a tutto il lavoro svolto negli anni. «Ho vissuto attimi di forti emozioni, per gli atleti è il traguardo più grande».
È frastornato, è avvolto dalle emozioni e non riesce ancora a capire l’importanza di questo successo. Sarà per certo una serata di festa nel quartier generale della Svezia, pur con tutte le restrizioni del caso. «Ha trasformato il suo grande potenziale in qualcosa di concreto – aggiunge -. È brava tecnicamente e non ha solo una sciata di forza, ma la cosa che più mi rende felice è che le vittorie sono arrivate su piste diverse, con nevi diverse. E questo la rende ancora più forte».
Una vittoria svedese che si colore però di azzurro: «Mi ha fatto piacere vedere sul podio Federica, si è allenata due giorni con noi a Vipiteno e l’ho vista più in forma del solito. E poi anche qui è sempre stata una delle migliori proprio insieme alla Hector». Applausi per Sara, applausi per Federica, che lega molto con la squadra svedese.