Presidente del Drusciè Cortina, professione imprenditore, Flavio Alberti ha portato negli ultimi anni il sodalizio veneto ad alti livelli fino al vertice della classifica Fisi riservata agli sci club. «E’ stata una crescita costante, da circa 30 iscritti, siamo arrivati ad averne 550. Ci siamo tolti tante soddisfazioni, abbiamo portato in squadra nazionale Vittoria Cappellini, Camilla Vanni nello sci alpino e Dominik Zuech nello skicross. Siamo andati a punti in Coppa del Mondo di sci con Stefano Baruffaldi e poi con Rene De Silvestro nelle rassegne paralimpiche. E poi i successi tricolore in ogni categoria, i nostri atleti numerosi nelle rappresentative regionali», fa sapere Alberti, che si è dimesso con grande senso di responsabilità e professionalità dal ruolo di istruttore nazionale di sci alpino perchè non aveva più il tempo necessario per aggiornarsi e praticare la professione. Un club che vive di agonismo, che punta all’alto livello il Drusciè.

«I nostri team della categoria Giovani ono sempre stati pensati e quindi attrezzati per puntare a raggiungere l’obiettivo di partecipare e mettersi in mostra nei circuiti istituzionali giovanili e con alcuni di questi siamo arrivati in squadra nazionale. Cerchiamo di adottare da sempre il massimo nell’efficacia e nell’efficienza dei programmi di lavoro. Agonismo certo, anche se fra i più piccolini abbiamo due modelli di approccio per non illudere nessuno in giovanissime età. L’agonismo, l’approccio a tutta, ha senso non fra i piccolissimi. Così con la Scuola Sci Cortina c’è il Freeski, un primo approccio allo sport, quindi per chi si vuol avvicinare all’attività del club (prima eventualmente dell’impegno nella categoria agonistica Pulcini) c’è il Junior Team. Formule a gradi, senza fare un tutt’uno che, ripeto, a questa età ha poco significato».
Presidente, imprenditore, anche scrittore. O meglio, imprenditore che ha scelto di scrivere un libro per far capire un modello di gestione che ha studiato e applicato soprattutto in questi anni nello sci club Drusciè Cortina: si chiama Lean thinking and sport managment edito da Guerini (disponibile in libreria e nei canali on line di distribuzione). «Ho deciso all’interno dello sci club di implementare la metodologia dell’approccio snello, di implementare il lean thinking all’interno della nostra organizzazione perchè l’obiettivo era ed è ridurre al massimo gli sprechi per fare in modo che il valore aggiunto arrivasse al nostro stake-holder, ossia l’atleta. Ho scritto tale libro per condividere questo modello organizzativo che ha portato dei risultati tangibili, sia dal punto di vista manageriale sia tecnico e della performance dei risultati. In ottica di legacy mi piacerebbe veicolare quella cultura manageriale a tutti quelli che operano nello sci, lo sport che mi ha formato e mi sta dando tanto. E’ stato un duro lavoro, ma alla fine pratico, un manuale con esempi di gestione e organizzazione del club. Dalla mobilità, alla gestione contabile, a quella finanziaria». Approccio manageriale, una bella sfida nello sci.

A livello di club Alberti pare essere arrivato. A livello nazionale, la sfida sarebbe più grande. «Certo, ma tutti devono avere un approccio manageriale, con degli obiettivi. Quando hai degli obiettivi poi giudichi gli operati. Concetti, seppur non semplici poi da mettere in pratica su larga scala, che forse a livello di sci nazionale non sono presi in considerazione? Per preservare i talenti, e questa è la grande sfida della Fisi dal centro alla peroferia, è auspicabile migliorare il modello organizzativo attraverso un approccio manageriale».





