Finisce anche questa favola. Saluta Giordano Ronci da Morena, quartiere di Roma. Tre anni martoriato da infortuni, il ’92 laziale ha detto basta. Il suo precoce abbandono è una favola finita prematuramente, un urlo strozzato in gola, un viaggio ultimato prima di grandi traguardi. E si, perchè quante volte abbiamo sperato in una sua zampata in Coppa del Mondo di Giordà, quante volte sognavamo un’impresa di un romano nella massima serie, sugli schermi televisivi davanti ad un intera nazione. Non è certamente l’unico oggi come azzurro del centro sud intendiamoci, ma alzi la mano chi non sperava in un suo grande risultato che sarebbe servito a sdoganare ulteriormente gli sport di montagna.
Questo suo addio alla fine dispiace anche proprio per questo motivo, perchè giriamola come si vuole, ma questa croce Giordano la teneva sempre sulla schiena. E forse per lui è stata una grossa responsabilità, che a conti fatti ha probabilmente patito. Che poi tutti si aspettavano da Ronci quella qualifica in Coppa del Mondo mai arrivata è la verità, ma Ronci comunque ha centrato risultati significativi nella sua carriera. Su tutti quella vittoria in Coppa Europa in slalom nel 2014 davanti a sua maestà Henrik Kristoffersen a Oberjoch che lo lanciò con prepotenza verso la Coppa del Mondo. Poi numerose top ten nel circuito continentale, un bronzo agli Italiani assoluti, due ori tricolori junior e una ventina di partenze in Coppa del Mondo.
Ronci ha sempre sciato con papà Antonio ed è ritornato a farlo quando è stato escluso dal giro azzurro. Con lo sci club Eur lo ricordiamo nel circuito delle Fis Giovani a mettersi in mostra e conquistare così la nazionale giovanile. Lo rammentiamo con papà Antonio sempre alle calcagne, un rapporto discusso non poco da chi stava fuori, forse non capendo invece che questo solido rapporto ha portato il ragazzo dove invece è arrivato. Non è più il momento di parlare di una squadra nazionale che forse lo ha scaricato troppo presto e non abbia considerato fino in fondo il suo talento. Certo, anche Giordà non sempre è stato uno che nel team azzurro si è fatto voler bene, ma ormai tutto questo è acqua passata. Non stiamo qua a soffermarci sugli ultimi anni dove ha visto più studi medici, sale operatorie e apparecchiature per le risonanze magnetiche che pista da sci. Siamo qui invece a soffermarci su quello che di buono ha fatto Giordà per il nostro sci. Un romano che ha vissuto per lo sci con assoluta edizione, un ragazzo che è riuscito a coronare il sogno della squadra nazionale ma soprattutto a mettere i bastoni fuori dal cancelletto di una gara di Coppa del Mondo di sci.