Cinquantacinquesima edizione per la Coppa Europa di sci alpino, nata a inizio anni ’70 per far crescere al meglio gli atleti giovani o magari dare una chance in più a chi non trova posto in squadre numerose, al piano di sopra, o ancora aiutare chi rientra in maniera possibilmente soft da infortuni. E tanto altro ancora.
Funzioni svolte sicuramente in pieno per svariati decenni. Giusto interrogarsi almeno un minimo, oggi, sul futuro di questa manifestazione dati gli ultimi sviluppi dello sci alpino, con atlete di enorme talento già da teenagers che aggirano le competizioni continentali e dalle gare FIS passano direttamente al circuito maggiore, restandoci con successo. Alcune ovviamente, non tutte.
L’albo d’oro è ricco di grandi nomi, al femminile, soprattutto a inizio anni 2000, da Riesch a Görgl, da Fenninger a Gut passando per Fischbacher su su fino ad arrivare a Michelle Gisin, ma la sensazione è che nell’ultimo decennio qualcosa sia cambiato. Le vincitrici del trofeo generale non hanno poi sfondato in Coppa del Mondo ultimamente e i punteggi sono diversi da quando, per dirne una, Elisabeth Görgl si impose nel 2003 con quasi 1500 punti in classifica generale. Sono solo spunti di riflessione.
Intanto, presentiamo la stagione 2025-2026 femminile, dopo averlo già fatto al maschile, con il responsabile del team italiano, Damiano Scolari, che guida una squadra dal potenziale medio sicuramente alto, tra velocità e prove tecniche.
Damiano, quali le aspettative per il 2025-2026?
«Direi che le aspettative sul gruppo sono alte, medio-alte, perché è un gruppo consolidato, che ha esperienza. Qualche atleta è già alla terza, se non alla quarta stagione di Coppa Europa. Quindi le conoscenze del circuito le hanno, a 360°. Per me tecnicamente questo è sempre stato un gruppo forte, però in gara negli anni abbiamo sempre fatto un po’ fatica a raccogliere».

Preparazione?
«Quest’anno abbiano lavorato sempre bene, dall’estate passando per Ushuaia fino alle ultime settimane, con buone condizioni. Quindi l’avvicinamento a queste prime gare di Zinal è stato buono, ottimale. Aspettative sicuramente importanti. A Zinal nella scorsa stagione abbiamo subito “buttato” via ottimi risultati, con Pomarè per esempio che pronti via era prima a metà gara; poi la tensione, lo sappiamo, può giocare brutti scherzi. Però ripartiamo da lì e credo sia importante mettere le basi subito per poi partire sempre davanti».
Purtroppo c’è già stato un infortunio grave nel gruppo, no?
«E mi dispiace molto, anche umanamente. Alessia Guerinoni aveva lavorato al meglio anche sulla parte fisica per tutta l’estate, proprio quella in cui era un po’ più carente, diciamo. Per riuscire a essere competitiva. E in allenamento stava facendo molto bene. In generale, tutte le ragazze sono sempre molto concentrate, molto serie durante gli allenamenti. Niente da dire. Sotto questo punto di vista davvero è un gruppo che lavora, tanto e bene».

Si parte con due slalom giganti a Zinal
«In allenamento a rotazione un po’ tutte fanno dei buoni tempi, arrivano davanti. Adesso è il momento di mettere il pettorale, quello più importante, quello in cui si tirano le somme di tutto quanto. Io credo, per esempio, che una Sophie Mathiou, che l’anno scorso aveva chiuso bene la stagione, possa ricominciare da dove ha finito, quindi puntare a stare lì davanti in gigante».
Analizziamo un po’ nel dettaglio tutto il gruppo.
«Pomaré tecnicamente è cresciuta rispetto all’ultima annata agonistica e quindi anche per lei vale lo stesso discorso fatto per Mathiou. Carolli rientra dopo l’infortunio, sono proprio le prime gare per lei. Ha avuto un recupero molto lineare, molto bello, ma rimane comunque l’infortunio che tra l’altro è avvenuto in gigante, quindi vediamo anche come reagisce psicologicamente; Valleriani è cresciuta moltissimo ed è stata brava anche in Coppa del Mondo, soprattutto per l’atteggiamento, anche se è difficile riassumere al meglio questa parola, atteggiamento. Però noi non possiamo permetterci di essere conservativi, ecco. Peccato per Gurgl, veniva da tre giorni ferma per il mal di schiena e si è visto nella parte finale. Pazzaglia è cresciuta tanto in slalom, ma può fare delle belle gare in gigante. Tatum è la più piccola del gruppo, classe 2005. Ogni tanto fatica a trovare costanza nelle prestazioni, alterna troppo giri belli, veloci, a tante uscite. Serve lavorare su quello».





