Come sta l’Olimpionica Sestriere?
«Siamo ripartiti da due anni e stiamo crescendo, vogliamo riportarci in modo serio nel mondo dell’agonismo, lavorando anche sui più piccoli grazie alla scuola».
È difficile far passare questo messaggio ai cittadini?
«Il 95% dei nostri atleti va a scuola in città, però non è così difficile. Abbiamo la giusta programmazione, noi siamo a disposizione tutti i giorni, poi certo l’affluenza in pista varia a seconda degli allenamenti».
Quali sono le maggiori difficoltà?
«Dobbiamo cercare di motivare questi ragazzi che hanno mille cose per la testa. È necessario stare tranquilli e non esasperare nulla perché a volte c’è il rischio di saltare dei passaggi. In alcuni casi le basi tecniche vengono scavalcate da questa voglia di strafare, anche perché poi i calendari sono ricchi di gare».
Come vedi lo sci italiano?
«A livello giovanile non sta andando male, c’è una buona crescita generale. Certo, il passaggio all’alto livello è duro, devi avere una marcia in più e lavorare sempre e in ogni situazione per entrare nell’élite, altrimenti continui a fare la spola tra i circuiti».
È giusto iniziare la stagione così presto?
«Mi piacerebbe avere ancora novembre e dicembre per poter lavorare. Con due gare, volendo, fai i punti.
Se vali un certo risultto, non per forza devi avere tutta questa fretta».
Ci sono sempre più infortuni…
«Sì, e sono coinvolte persone che si allenano di ogni livello. È tutto troppo estremo, questo sci è logorante e quando tiri troppo la corda poi si rompe. Sci sempre più duri, terreno altrettanto, anche ad alto livello stiamo assistendo a tante rotture».
Articolo tratto da Race ski magazine 147 di dicembre 2017. Se vuoi acquistare la copia o abbonarti visita il nostro sito.