SOELDEN LIVE – Dieci anni insieme in squadra fortificano un rapporto, consolidano un’ amicizia. Squadra juniores e Coppa Europa con Capitan Futuro Serra, Coppa del Mondo con una giravolta di allenatori e ora nella truppa di Roberto Lorenzi e Walter Girardi. Si conoscono da una vita Luca De Aliprandini e Giovanni Borsotti. Si intendono al volo, sono complici nell’aver scalato le classifiche e essersi affacciati al grande palcoscenico del Circo bianco.
Luca è forte di una splendida medaglia d’argento iridata a Cortina d’Ampezzo lo scorso febbraio, Giovanni di una raggiunta regolarità. Certo, a Giovi manca ancora quella zampata che ha sdoganato Finferlo nell’elite del gigante mondiale, ma la strada è quella giusta. Arrivano alla conferenza stampa della vigilia. Manica corte e sci gelosamente in mano. Ecco Luca: «Una piccola botta alla tibia negli ultimi giorni ma tutto sotto controllo. Certo, ho avuto qualche problemino in estate per una vecchia questione al ginocchio ma adesso è passato tutto. Sono pronto, ho la testa sulla gara, domani è un altro giorno e non conteranno più i riferimenti cronometrici che abbiamo visto fino alla vigilia negli allenamenti». Schietto, deciso, convinto, cattivo. Ti vogliamo così Finfer.
E Giovanni ci racconta dell’estate e dell’autunno sui ghiacciai alpini. «E’ stata dura, è uno sport pazzesco. Alcuni giorni ad esempio a Saas Fee ti svegli alle 4.30 per fare il primo giro dopo le 8. Abbiamo cercato di allenarci comunque sempre bene anche senza la trasferta argentina, i coach si sono fatti in quattro per metterci nelle migliori condizioni. Ora sta a noi, a me, darci dentro». Giovi nell’ultimo biennio è cresciuto. Ha metabolizzato anche mentalmente i tanti infortuni ed è avanzato nelle liste di partenza. «Domani ho voglia di dimostrare il mio valore e soprattutto quella continuità che ho sposato nell’ultima stagione. Il mio obiettivo è quello di tutte le gare che si avvicinano ai Giochi. Parto appena fuori dai 20, devo entrare in primo gruppo e cercare così la qualifica per le Olimpiadi. Adesso però focus sul Rettenbach». E infine ci parla del suo amico Finfer: «La sua medaglia ha portato ottimismo in ambiente, è servita davvero quella medaglia. C’è serenità e anche io ho voglia di crescere». Forza ragazzi, domani a tutta!