Che classe Kristoffersen, altri due slalom raddrizzati

Henrik Kristoffersen. Ancora lui e sempre lui! Sei vittorie in slalom su sette disputati e un secondo posto a due decimi sono il segno di una supremazia totale, assoluta. Ero con Giorgio Rocca nella stagione delle cinque vittorie consecutive e vi posso assicurare che per ottenerle bisogna essere tecnicamente avanti a tutti e non di poco. Chi ha avuto come me la fortuna di vedere sciare “Giorgione” in quel periodo, sa che in gara aveva ancora del margine e che in allenamento andava ancora più forte. E’ senz’altro così anche per Kristoffersen. Come più volte scritto il suo predominio non è né fisico né mentale ma esclusivamente tecnico. Fa gesti che nessun altro si sogna nemmeno di fare, anche nei passaggi più difficili, “raddrizza” anziché curvare, “spinge” anziché “cedere”, fa “tagliare” anziché frenare. Ha automatismi perfetti, fatto non banale nello sci alpino, dove l’istinto di conservazione ti dice di difenderti Kristoffersen “attacca”! Da ora in poi tutti i giovani che ambiscono ad arrivare ad alti livelli in slalom devono ispirarsi per forza a lui, analizzarlo, studiarlo, cercare di rubargli i segreti!  Che dire poi di Hirscher, sempre secondo in questi due storici slalom, a soli tre centesimi a Kitzbuhel e riuscendo a recuperare ventuno posizioni a Schladming. Complice l’infortunio di Svindal vincerà la sua quinta coppa del mondo, se la merita, perchè non solo da oggi ha dimostrato di avere “testa” come nessuno. Anche lui però in estate dovrà sistemare alcuni particolari se vorrà tenere il passo, nei prossimi anni, di questo nuovo avversario norvegese.

Casa nostra. Si sono corsi sette slalom ne restano tre o quattro da disputare, siamo ben oltre la mezza stagione con tutte le grandi classiche alle spalle. Il bilancio a questo punto è di due podi con Razzoli e Gross nella “strana” gara di Wengen e il terzo posto nella classifica generale per nazioni di specialità. Per la nostra tradizione in slalom è troppo poco. Dopo un lungo ciclo in cui gli slalomisti al maschile ci ha regalato tante soddisfazioni, è forse giunta l’ora di dare impulso a un nuovo progetto. Bravo Thaler a trentotto anni sempre nei primi dieci, ma ormai lontano dal podio. Bravo Gross, peccato per l’errore nella seconda manche di ieri, ma la sua sciata sempre leggermente a risalire per essere competitiva, necessita di una intensità di azione frenetica e questo lo porta a sbagliare. Bravissimo ieri Molgg stava facendo un “garone”, ma continua a uscire e purtroppo così non rientra nel primo gruppo. Tutti sembrano andar meglio su manches strette e filanti, come ha giustamente tracciato Costazza che dimostra di conoscere bene i propri atleti.  Certo ci penalizza moltissimo l’infortunio di Giuliano Razzoli, il più vicino ai due fenomeni Kristoffersen e Hirscher, lui avrebbe potuto regalarci molto. Ma dietro? Ormai i nostri big, saranno presto pensionabili e noi siamo costretti, già ora, a far correre in Word Cup atleti che nella stagione in corso non sono mai entrati nei primi dieci in Coppa Europa, con il solo Tommaso Sala, che ha dimostrato di poter competere presto ad alti livelli. Nel settore maschile si arranca dietro, salvo vivere di gloria con gli atleti di un’altra generazione, mentre in quello femminile non si vede ancora neanche uno sprazzo di luce. Se si vuole arrivare competitivi per le medaglie alle prossime olimpiadi coreane, in questa specialità è evidente che dobbiamo necessariamente inventarci qualche cosa.

Polemiche. Riguardo le contestazioni sulle tracciature, sono d’accordo con Razzoli, qualcuno tende a fare il fenomeno. A Kitzbuhel la prima Manche era orribile. Lo svedese M. Andersson, viste le scarse chances di podio della propria squadra, ha deciso di tracciare senza il minimo ritmo, per esempio obbligando tutti a frenare nelle prime quattro porte per poter passare dalla doppia sulla stradina. Certo Razzo non si è infortunato per quello, ma io da spettatore non trovo giusto che un Andersson o un Kostelic (vecchia storia…) mi rovinino lo show per perseguire i loro fini personali o di squadra. A questo punto meglio che tracci la federazione internazionale come già avviene in discesa. Riguardo la protesta Italiana, che leggo sarebbe pronta a partire proprio per questa tracciatura, invito alla coerenza. Non possiamo essere quelli che si lamentano per l’interruzione al numero trenta della gara di discesa (si voleva far partire Casse…), per poi il giorno dopo protestare per quella di slalom. In discesa era una questione riguardante la sicurezza e   forse, la gara non doveva neanche essere disputata, lo slalom non era spettacolare, ma questa è tutta un’altra questione. Coerenza appunto, non facciamo quelli che urlano solo dopo aver visto la classifica.

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