Brucia, così brucia e tanto. E Federica Brignone giustamente è arrabbiata, molto. Perché anche questa volta arrivano zero punti e non si gioca neppure la vittoria, con quell’uscita lassù in alto nel gigante di Kronplatz. Una occasione persa e non bastano gli abbracci di Manuela Moelgg e Denise Karbon – sue storiche compagne di squadra – per mandare giù il boccone amaro. Tra gli abbracci, un mezzo sorriso però spunta, perché è una situazione differente rispetto a Kranjska Gora. In Slovenia, a inizio anno, il feeling non c’era «ed ero entrata nel tunnel per la delusione». Oggi no, perché ha sciato forte, bene, si giocava di nuovo qualcosa di grande o comunque il podio ed era in grande fiducia. «E dunque in questo caso sono arrabbiata perché non ho mai sciato così forte in gigante, è la migliore stagione di sempre». Tre uscite su cinque gare di gigante, due consecutive. E si pone qualche domanda visto che il prossimo gigante sarà quello dei Campionati Mondiali.
È una Federica Brignone infuriata, ma anche consapevole: «Dovessi tornare in partenza, probabilmente farei la stessa gara; non pensavo che quel dosso mi potesse scaricare così tanto. Mi dispiace perché sto sciando davvero bene in gigante e mi scoccia uscire così. Oggi ci tenevo particolarmente ed è difficile da mandare giù. Devo sbollire un po’, anche se so che sono cose che succedono nello sport».
E ora c’è Garmisch e non c’è nulla da resettare, proprio perché è una situazione diversa rispetto alla prima gara dell’anno a Kranjska Gora. Ma è comunque un’altra occasione dietro l’angolo per ripartire a gran velocità: sabato la discesa, domenica il superG. Per tornare a volare in vista dei Campionati Mondiali.