Brava Schmidhofer, ma le big devono osare di più. Troppa tensione per Goggia

Nell’analizzare il superG femminile di martedì 7 febbraio voglio partire dalla pista di gara: per me, ottima per un Mondiale. Ovviamente il profilo di questo pendio è particolare: poca pendenza, molte porte nascoste sotto i dossi da gestire al meglio, gobbe, traverse, contro pendenze. Con una neve ghiacciata, rara però da queste parti, sarebbe cambiato tutto. Con la neve trovata in gara, chi voleva vincere avrebbe dovuto farlo già dal sorteggio: dal 2 al 5 vi erano i numeri migliori, sapendo delle condizioni annunciate.

Nicole Schmidhofer (@Zoom agence)
Nicole Schmidhofer (@Zoom agence)

SOTTOTONO – Insomma, c’erano tutte le componenti per avere un bel superG, spettacolare. Invece ha lasciato un po’ perplesso l’atteggiamento delle ragazze, che non hanno colto al meglio l’occasione di giocarsi un Mondiale, soprattutto le favorite. Dopo il numero 8, nessuna è più risuscita a inserirsi davanti e le atlete attese, chi più chi meno, non sono riuscite a sciare benissimo. Gut? Aveva almeno l’attenuante della caduta a Cortina, che le ha impedito di tornare sugli sci settimana scorsa. Sarebbe stato molto importante per lei disputare lunedì la prova di discesa, per trovare le sensazioni ideali per vincere. Rebensburg, per esempio, ha buttato via un’occasione d’oro, non so se sia un problema di testa, o fisico. Avrebbe le chance per giocarsi due-tre medaglie ai Giochi di PyeongChang 2018, a patto di non buttare le gare alle ortiche come visto tante volte, ci vuole un cambio drastico d’attitudine. Weirather? Ha fatto quanto doveva fare, niente di più, niente di meno. Ma se vuoi vincere un Mondiale, devi dare qualcosa in più ed essere più sciolta durante la discesa, metterci più intensità. L’unica che c’è riuscita è diventata campionessa del mondo.

Weirather, Schmidhofer e Gut sul podio del superG iridato a St. Moritz 2017 (@Zoom agence)
Weirather, Schmidhofer e Gut sul podio del superG iridato a St. Moritz 2017 (@Zoom agence)

ITALIA – Peccato non essere riusciti a gestire la pressione che ha divorato Goggia, era stranamente nervosissima già in ricognizione; Curtoni per me non ha colto completamente l’occasione, aveva forse scelto il numero ideale. Nella parte finale poteva/doveva spingere e rischiare quel qualcosa in più che l’avrebbe portata sul podio. I tre angoli dopo il salto erano le curve decisive della Engiadina: lì bisognava cambiare marcia.

Tina Weirather, prima medaglia mondiale (@Zoom agence)
Tina Weirather, prima medaglia mondiale (@Zoom agence

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