Non siamo ancora ai classici tre indizi che fanno una prova, no, ma due sono comunque significativi: Malorie Blanc dal Canton Vallese, 21 anni compiuti lo scorso 6 gennaio, sembra avere le stimmate della campionessa. Gran fisico, ottima posizione, pulita e tremendamente efficace sugli sci, sabato scorso, 11 gennaio, ha centrato subito il primo podio in carriera alla seconda gara in Coppa del Mondo, la prima in discesa libera dopo l’esordio in superG a St. Moritz (21 dicembre): si è piazzata al posto d’onore dietro Federica Brignone per soli 7 centesimi sulla difficile Karl Schranz di St. Anton con pettorale 46, il 12° più alto della storia a salire sul podio. Il giorno dopo, domenica 12, ecco l’ottima conferma con il 9° posto nel superG (pettorale 33).
Impossibile non tornare con la memoria a un’altra svizzera, Lara Gut-Behrami, classe 1991, dal Canton Ticino, che il 2 febbraio 2008, alla prima discesa libera nel circuito maggiore (e quarta gara assoluta) centrò subito il podio (terza), nella gara “folle” di St. Moritz, vinta da Tina Maze con pettorale 47 dopo repentino cambio di condizioni. Certo, Lara aveva 16 anni e di lì a poco si sarebbe imposta anche nella classifica generale di Coppa Europa, lanciandosi per la carriera che conosciamo. I paragoni finiscono qui.
Malorie però, nativa di Ayent, già campionessa del mondo juniores di superG il 31 gennaio 2024 a Chatel (Francia), ha impressionato soprattutto perché reduce da un infortunio grave patito un anno fa: rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro con annessa lesione al menisco. Neanche 12 mesi dopo eccola già al top in Coppa del Mondo: «È difficile da spiegare – le sue parole a SRF -, credo di aver fatto tutto bene. Un ringraziamento speciale va anche allo staff. Grazie a tutti quelli che mi hanno sostenuto. Perché questo è molto importante per me. E ora sono qui. Sono così grata a queste persone. La gara di sabato? Non capivo bene cosa fosse successo. Ho cercato di non preoccuparmi troppo alla partenza». Sembra possedere anche la freddezza tipica delle campionesse.
Abita nei pressi del comprensorio sciistico di Anzère che è suo sponsor personale e ha lo stesso preparatore fisico di Camille Rast (Florian Lorimier, ha lavorato anche con Cuche); la sua lingua madre è il francese, ma parla pure tedesco. Le piace andare in moto e cucinare per la sua famiglia; la disciplina preferita resta, da sempre, il superG.
Sta sciando in maniera stabile e sicura, con ottimi riscontri, e tutto questo già dagli allenamenti a Copper Mountain, ma gli allenatori svizzeri non hanno voluto bruciare le tappe e farla esordire in Coppa del Mondo in discesa sul tracciato maschile di Beaver Creek. Ecco perché l’esplosione è poi avvenuta in Austria.
Lauren Macuga, invece, nata nel Michigan, ma di fatto cresciuta a Park City, nello Utah, ha 22 anni e proviene da una famiglia di sportivi. La sorella Alli è una sciatrice di freestyle (gobbe); suo fratello Sam è un saltatore con gli sci e il fratello minore Daniel è a sua volta uno sciatore alpino emergente. Lauren, Alli e Sam puntano a qualificarsi per i Giochi Olimpici invernali di Milano-Cortina 2026 e sarebbe una sorta di record: solo due volte nella storia tre fratelli hanno gareggiato nella stessa squadra olimpica invernale statunitense.
Con il successo nel superG di St. Anton, domenica 12 gennaio, Macuga è diventata solo la sesta americana a riuscire nell’impresa in Coppa del Mondo, dopo Cindy Nelson, Dianne Roffe Steinrotter (anche oro olimpico 1994), Julia Mancuso, Lindsey Vonn e Mikaela Shiffrin. Picabo Street ha sì conquistato a sua volta il titolo a cinque cerchi nella specialità (Nagano 1998), ma mai un successo nel circuito maggiore. Il papà di Lauren, Dan, è stato svegliato nel cuore della notte dalla stessa Lauren, dall’Europa, per ricevere la lieta notizia in America, perché non stava seguendo la gara in diretta. «Non posso crederci – ha detto Macuga dopo il trionfo -. È così emozionante! Sto solo aspettando che mi sveglino. È un sogno. Lo sogno da sempre!».
Il viaggio di Macuga nella velocità non è cominciato in maniera esattamente convenzionale. A 16 anni il suo allenatore la iscrisse a una gara di discesa a Sugarloaf, nel Maine, anche se non aveva mai gareggiato prima in libera. E Macuga ha affrontato la competizione apparentemente con cautela, indossando persino i pantaloni interi durante gli allenamenti precedenti, per proteggersi maggiormente in caso di caduta. L’obiettivo del tecnico era “semplice”: arrivare entro due secondi dalle prime, in gara. Bene. Alla fine Macuga si è piazzata a poco più di un secondo di distacco e da lì è nato il suo amore per la velocità.
Lauren ama guardare i film di Iron Man con la sua famiglia ed è una fan devota di Taylor Swift. La sua prima vittoria in Coppa del Mondo è una sorpresa relativa, perché la stagione 2024-2025 era iniziata benissimo per lei: 4ª in discesa a Beaver Creek, 12ª e 7ª nei primi due superG tra Beaver e St. Moritz, ancora 9ª in libera sabato a St. Anton. Il podio sembrava nell’aria. Magari non la vittoria, ma la crescita è stata costante fin dal 5° posto nel superG di Kvitfjell, lo scorso 3 marzo, primo inserimento tra le migliori cinque in una gara di Coppa del Mondo (e stata anche bronzo in discesa ai Mondiali jr. di Panorama 2022, in Canada, dietro Egger e Aicher). E ora ecco il primo trionfo, con la benedizione di Lindsey Vonn, che da tempo stravede per lei.