Alexis Pinturault: agonista nonostante tutto, anche a 34 anni

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A 34 anni, dopo una lunga carriera piena di successi, Alexis Pinturault punta nuovamente in alto. Dopo la brutta caduta nel superG di Kitzbühel, la stella dello sci francese guida una nazionale giovane e in rampa di lancio. In una recente intervista con The Red Bulletin, magazine digitale e cartaceo di Red Bull, Pinturault ha parlato di tante cose, tra cui due fattori essenziali nello sci alpino moderno: esplosività e motivazione.

Dopo 34 vittoria in Coppa del Mondo, sei sfere di cristallo e otto medaglie mondiali, infatti, c’è bisogno di tutto questo per rimanere al top. Ecco i passaggi più significativi dell’intervista.

Per tutta la propria carriera, Pinturault ha fatto della versatilità uno dei propri punti di forza. Ha vinto in slalom, in superG, soprattutto in gigante. Ma anche in combinata e in parallelo, e spunta perfino una top-10 in discesa libera. «Ci prepariamo per tutto, soprattutto forza e potenza grazie ai pesi in palestra – rivela Pinturault riguardo i propri allenamenti – Poi facciamo un lavoro di endurance, che ci permette di resistere per tutto l’inverno».

Al contrario dei discesisti, Pinturault allena parecchio l’esplosività, più che la forza pura. «Ogni disciplina richiede sforzi enormi e ognuna ha le proprie peculiarità. In slalom e in gigante lavori molto anche sulla respirazione. A causa delle curve brevi, i muscoli si affaticano meno, ma vai presto in acido lattico». Proprio l’esplosività è la miglior qualità che Pinturault pensa di possedere: «Mi permette di fare traiettorie più brevi e dirette grazie a un lavoro di piedi potente e rapido».

Alexis Pinturault @ Germain Favre-Félix / Red Bull Content Pool
Alexis Pinturault @ Germain Favre-Félix / Red Bull Content Pool

Dopo i più recenti infortuni, tra cui il crociato del ginocchio sinistro nel 2024, Pinturault si sta concentrando soprattutto sulla specialità in cui è più forte, il gigante. È arrivato 18° a Sölden e 12° a Copper Mountain: «Volevo sfruttare al meglio il poco tempo a disposizione per tornare sul mio livello di prestazioni in vista del grande evento di febbraio»: le Olimpiadi di Milano Cortina 2026. In seguito a ciascun infortunio, Pinturault si è dovuto «ricreare come atleta».

Ora come ora, il francese di Moutiers avverte di dover ancora guadagnare quella fiducia necessaria per rendere le proprie traiettorie ancor più dirette. Il lavoro che sta facendo è anche mentale: «Ho avuto sia mental coach che psicologi: dipende dal periodo in cui sei e su cosa vuoi lavorare. Può essere la sofrologia (un metodo di rilassamento dinamico, ndr), esercizi di visualizzazione o di concentrazione. O potrebbe essere un lavoro per recuperare al meglio dopo un infortunio: se ti fai male a oltre 100 km/h com’è successo a me, l’impatto è molto violento e lascia una cicatrice».

La prima cosa che, tuttora, a oltre 15 anni dal proprio debutto in Coppa del Mondo, spinge Pinturault è «il piacere che provo nello sciare. E la seconda è la ricerca della prestazione. A volte, certo, mi diverto in allenamento, ma il piacere è maggiore durante le gare, perché si alza l’adrenalina».

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