Alberto Blengini, punti FIS e top ten iridata nel mirino dell’azzurro

Sei entrato in squadra nazionale nella primavera 2016, subito dopo un infortunio. La commissione Giovani FISI ha creduto in te, cosa ne pensi?
«Sono arrivato nella C di Ivan Nicco dopo la rottura del crociato. Sapevo di essere fra i papabili durante l’inverno, ma l’infortunio di inizio aprile a Prato Nevoso credevo potesse condizionare le scelte della federazione».

Non ha pesato l’infortunio in un momento così cruciale della carriera?
«Quando ti fai male pensi solo a recuperare al meglio, a dedicarti alla riabilitazione nella maniera più efficace possibile. Il resto passa in secondo piano. Certo, ho messo gli sci solo a novembre (2017, ndr) e non è stato facile recuperare la condizione mentre i tuoi compagni sono già avanti. Una lotta impari per un certo verso, ma questo è il gioco».

Più slalomista o gigantista?
«Negli anni passati sono andato più forte in slalom, ma non voglio perdere il gigante. Devo assolutamente abbassare i punti FIS in entrambe le discipline».

A tutta nelle FIS allora…
«È l’unico modo per crescere e potersi mettere in mostra per puntare a una convocazione in Coppa Europa, circuito dove intanto gareggerò nelle tappe italiane di dicembre.
La concorrenza è alta, inoltre ci sono in ballo i Mondiali Juniores a febbraio dove voglio esserci e soprattutto essere competitivo. Questo è un altro obiettivo, voglio una top ten a Davos».

Da Nicco a Stiletto, differenze?
«Ivan è un grande motivatore, sa cosa vuole da te, mi sono trovato bene da subito. Simone non lo conoscevo di persona, invece in poco tempo si è rivelato simile a Nicco per la decisione e la schiettezza con cui ti corregge, ti sprona e ti carica».

Chi è il tuo punto di riferimento fuori dalla squadra?
«Da sempre Paolo Deflorian, oggi con il Canada. Sono molto legato a Paolo e Chiara Bergonzo, sono anche amici di famiglia e mi hanno seguito fin da piccolo. In sci club una figura importante è anche Andrea Manassero».

Nei Children e negli Aspiranti sei stato un’eccellenza a livello nazionale, credevi fosse così duro il salto in squadra?
«Non posso ancora dare un giudizio, fino a ora sono stato condizionato dall’infortunio. Certamente il livello si è alzato, ci si allena con più intensità. La medaglia di bronzo ai Campionati Italiani Giovani l’anno scorso a San Valentino mi ha fatto capire che il mio livello è buono. Ora bisogna crescere ancora e sono consapevole che è venuto il momento di lasciare ulteriormente il segno».

Articolo tratto da Race ski magazine 147 di dicembre 2017. Se vuoi acquistare la copia o abbonarti visita il nostro sito.

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