Che fosse una seconda manche da cuori forti almeno per la lotta sul podio si sapeva, visti i distacchi minimi della prima discesa, con la Chuenisbaergli di Adelboden a fare da sfondo. L’unico che non ha sentito alcuna pressione, anzi ha disegnato le curve come solo lui sa fare anche nella nebbia, è Marco Odermatt. Non è arrivato il miglior tempo di manche, ma solo il secondo… Incredibile Odi, il gigante è cosa sua e il pubblico in tribuna impazzisce.
Questa volta ci ha provato addirittura Aleksander Aamodt Kilde: una manche di forza la sua, resta davanti a tutti, prima della partenza di Odermatt. Sorride per il suo primo podio in gigante in Coppa del Mondo, ma si inchina al distacco di 1.26 dallo svizzero. Terzo il solido Filip Zubcic a 1.77, con nove posizioni rimontate, quindi River Radamus che si toglie la soddisfazione di firmare il miglior tempo nella seconda run (e sedici piazze recuperate), con quinto Henrik Kristoffersen.
Ma c’è anche finalmente l’Italia nella top ten in gigante: ottavo Luca De Aliprandini, a 35 centesimi dal podio, con il sorriso per ritrovare un posto tra i migliori e un briciolo di rammarico per quella mezza scivolata dove due, tre decimi li ha lasciati tutti. E poi Alex Vinatzer che continua a crescere in gigante: undicesimo posto finale, il migliore nella specialità in Coppa del Mondo. A punti anche Giovanni Borsotti, ventiduesimo e Hannes Zingerle, ventinovesimo.