Da San Giuliano Terme (Pisa) alla Nazionale, via Cimone, l’Emilia-Romagna, poi Bormio, il Comitato Alpi Centrali: è stato un lungo viaggio in ogni senso per Alice Pazzaglia. Oltre a una grande stagione 2021-2022, che le ha aperto le porte dell’azzurro. Che ci sapesse fare si era intuito in fretta, dal quel GP Giovanissimi vinto nel 2014 a Courmayeur e poi con il Pinocchio, all’Abetone. Nella scorsa annata agonistica invece Alice, dopo un po’ di alti e bassi, si è messa in luce in Coppa Europa, soprattutto a Špindlerův Mlýn (Repubblica Ceca), conquistando un nono e un undicesimo posto con pettorale 49 e 30 rispettivamente, in slalom. Da qui la decisione di farle provare le prime emozioni in Coppa del Mondo a Sestriere, lo scorso 23 febbraio (senza centrare la qualificazione alla seconda manche). A marzo, poi, ha ottenuto pure un 8° posto in gigante a Geilo, in Norvegia (dove Alberto Tomba vinse in Coppa del Mondo nel 1990), sempre nel circuito continentale, con pettorale 54, nella gara vinta da Lara Della Mea.
«Sto bene, stiamo bene – ci dice da Levi, dove tutte le azzurre sono sbarcate martedì sera -. L’allenamento è stato ottimo soprattutto nell’ultimo periodo, con qualche difficoltà in più incontrata a Ushuaia per via delle condizioni. Ma quest’autunno abbiamo messo giù tutto il lavoro che ci mancava dall’estivo. Finalmente ho risolto i miei problemi con la schiena, visto che nelle ultime stagioni avevo avuto un po’ di acciacchi. Abbiamo fatto anche un po’ di allenamento assieme a svedesi e francesi, con riscontri positivi, devo dire».
Ora è il momento del salto di qualità, per Alice. Almeno, così vorrebbe lei: «Levi per me conta tanto. Vengo da una stagione di rientro. L’esordio in Coppa del Mondo a Sestriere è stato quasi un regalo, dopo un’annata comunque sì sopra le aspettative, visto che venivo da uno stop forzato. Devo dire che è stata la ciliegina sulla torta. Ora Levi la prendo come un’alta situazione, un punto di partenza. Ho tanta voglia di fare risultato, sto sciando bene, vorrei mettere in campo quello che so fare».
«Sono cresciuta al Cimone – conclude Alice -, anche perché i miei genitori avevano una baita lì. Quindi tra Sci Club e Comitato sono sempre stata in Emilia. Poi al terzo anno Aspiranti mi sono trasferita su a Bormio sciando un paio d’anni per le Alpi Centrali. Da Pisa alla Nazionale, diciamo che è stato un viaggio lungo, anche con… tanti chilometri in macchina, grazie soprattutto ai miei genitori che mi hanno accompagnato ovunque. E poi ho cercato sempre la situazione migliore possibile per me, andando in giro anche da sola».





