Federico Pellegrino: «Sogno una medaglia olimpica in staffetta. Brignone fonte d’ispirazione»

Pubblicato il:

Federico Pellegrino, valdostano, classe 1990, fa parte di quella nidiata di campioni azzurri delle discipline invernali (neve&ghiaccio) nati tutti nello stesso anno, come Federica Brignone, Arianna Fontana, Dorothea Wierer, per esempio. “Chicco” è il fondista italiano più vincente di sempre, con 12 successi individuali in Coppa del Mondo (più cinque tappe di competizioni multi-stage), due argenti olimpici, 7 medaglie iridate (oro nella sprint a Lahti 2017). Chiuderà la sua gloriosa carriera a marzo 2026, come punto di riferimento assoluto del movimento, con grandi idee per il futuro. Intanto si è aperto a Race Ski Magazine. Così.

Federico, come sta?
«Direi bene, l’estate è trascorsa più o meno come sempre, il programma è stato lo stesso. Ovvio che quest’anno con due bimbi a casa è cambiata la logistica per me, ho trascorso più tempo tra le mura domestiche e mi sono allenato maggiormente da solo, vedendo meno i miei compagni di squadra. Situazione non  semplice e per questo ho sempre fatto venire dei ragazzi giovani con cui lavorare. E direi che alla fine sono riuscito a realizzare il programma completo». 

Nel dettaglio?
«Ho sciato fino a fine aprile grazie al Monterosa Ski, dove mi battono una pista appositamente; poi a maggio il primo raduno con la nazionale a Gressoney. Quindi a casa, poi ancora nei vari “tunnel” in Svezia, in Germania a settembre. Insomma, ho sciato comunque tanto».

L’approccio non è cambiato minimamente?
«No perché ha sempre pagato, finora. L’idea è quella di riuscire  a fare abbastanza volume di lavoro sia durante l’estate e poi ancora di più sotto gara, per essere in grado di sostenere tante competizioni in inverno. E’ quello il punto. Per poter gareggiare tanto ci vuole anche tanto volume di lavoro. E io voglio gareggiare molto, da tempo è questo il mio programma, per darmi la possibilità di percepire quanti più segnali possibili dal mio corpo, andare avanti e individuare quali sono i punti sui quali lavorare in ottica di arrivare a febbraio più o meno come sempre, ovvero nelle miglior condizioni possibili, anche mentalmente. E voglio farlo anche a inizio stagione, storicamente il periodo più difficile per me, tra fine novembre e inizio dicembre. Io carburo di più da gennaio in avanti, in più nel primo periodo ci sono gli squadroni del nord con tantissimi atleti che devono prendere spazio e posti per l’intera annata agonistica. Quindi, il livello di inizio stagione è davvero molto alto. Conscio di questo, come tutti gli anni cerco di fare del mio meglio».

Federico Pellegrino
Federico Pellegrino ©Pentaphoto

Obiettivo sprint, ma senza trascurare le gare distance, giusto?
«Ovviamente. Io voglio andare forte in tutte le gare che disputo; negli ultimi anni ho iniziato a fare più competizioni distance. E’ motivo di orgoglio e soddisfazione per me e poi non c’è alternativa se vuoi ambire a posti alti nella classifica generale di Coppa del Mondo. In quel caso bisogna riuscire bene in tutti i format di gara. Lo sci di fondo è uno sport molto particolare, è praticamente impossibile replicare in gara ciò che si fa in allenamento, perché sono pochissime le situazioni in cui ti ritrovi nelle stesse condizioni. Per dire, se una competizione è di 10km nel circuito di Coppa, in allenamento non fai una prova sui 10km. Facciamo solo lavori frazionati e controllati. Un po’ come nel nuoto per chi pratica lunghe distanze. Andare dunque a spremersi in allenamento diventa controproducente. In più nel fondo serve di  volta in volta un adattamento nuovo a tante situazioni mutevoli, alla neve, alle piste, agli avversari ai format, alla tattica. Ogni volta devi decifrare qualcosa di nuovo ed è più facile farlo se hai tanta esperienza. In base a questi fattori diventa veramente importante disputare tante gare. Negli ultimi anni ho capito che il miglior modo per percepire quegli elementi del fisico che servono per sapere come sei messo a vari livelli è gareggiare. Così arrivi a fare stagioni da 35-40 gare».

La stagione 2025-2026, con i Giochi di Milano-Cortina, sarà l’ultima della sua carriera. Come la sta vivendo?
«Personalmente con alti e bassi, diciamo. Anche se avevo programmato questa conclusione. A me piace tantissimo allenarmi, migliorarmi di giorno in giorno e devo dire che in questi anni ho apprezzato tanto anche questo ruolo di… fratello maggiore all’interno del Team Italia. Ho cercato di dare le dritte giuste ai ragazzi più giovani, senza entrare troppo nel dettaglio, per carità, ma anche parlando dell’approccio psicologico alla vita da atleta, mettendo sul piatto l’esperienza accumulata. Certo, sapere che è l’ultima volta in cui vivrò determinate situazioni o emozioni fa salire un po’ di malinconia, mi fa quasi scappare una lacrimuccia. Ma tutto ciò che ho fatto negli ultimi 15 anni l’ho fatto per passione e lì sta la chiave. Ho imparato a farmi andare bene ogni aspetto della vita di atleta che magari qualche lustro fa non mi piaceva. Ora lo prendo come un’opportunità per migliorare. Per il resto, è arrivata l’ora di smettere a quasi 35 anni. In ogni caso è anche un bene farlo con questa condizione mentale, mi è dispiaciuto in passato veder atleti che finivano per odiare gare, allenamenti, viaggi, ecc ecc. Io amo ancora tantissimo quello che faccio e in più ho tanti progetti in mente per il futuro. E voglio amare ciò che farò più avanti esattamente come ho amato questa vita da atleta. Tutte le sere vado a letto soddisfatto del lavoro fatto, felice, con un piano importante in mente per la settimana, il mese, l’anno o il quadriennio successivo. Tutto questo mi ha fatto vivere felice e sereno. Sicuramente continuerò a fare attività fisica e a divertirmi facendo sport».

Federico Pellegrino
Federico Pellegrino ©Pentaphoto

Lei è classe 1990 e valdostano come Federica Brignone. Vi conoscete, c’è feeling e sintonia, giusto?
«Molto, ci siamo stimolati tanto a vicenda. Nel 2011 io andavo al mio primo mondiale senior, lei era a Garmisch nella stessa condizione e vinse subito una medaglia d’argento, io finii 11° nella sprint, comunque al primo anno tra i grandi risultato non disprezzabile. Però pensai: “Caspita, lei è già arrivata al top!”. E’ capitato di incrociarci pure in qualche allenamento, a Tignes per esempio, anni fa. L’ho sempre vista molto serena e come una fonte d’ispirazione. Spero di essere stato lo stesso per Federica». 

Cosa serve al fondo italiano del futuro?
«Io sto cecando di lasciare al fondo azzurro una mentalità che accentri di più la responsabilità sugli atleti, anche giovani; si pensa spesso e volentieri che togliendo responsabilità agli atleti si faccia loro del bene, ma non è così. Quando fatichi sei solo con te stesso, con il tuo subconscio, e sei non ti sei voluto assumere la responsabilità di quello che stai facendo, è impossibile poi tenere duro per la massima prestazione che può determinare un grande risultato. Sto cercando di far capire tutto questo agli atleti più giovani, che devono essere presenti e consci di quello che fanno. Quello che fanno deve essere frutto di una loro scelta in tutto e per tutto. In più, sì, c’è qualcosa che vorrei lasciare a questo mondo ed è una medaglia nell’evento a squadre ai Giochi Olimpici. Mi manca a livello di palmares, ma al di là di questo la prenderei con tanta soddisfazione personale e vorrebbe comunque dire che lo sci di fondo italiano può continuare ad avere atleti su cui puntare e anche atleti che credono di essere in grado di ottenere delle medaglie. Perché se non ci credi, le cose non succedono. Febbraio ci dirà se saremo in grado di farcela o meno. Ma io ho visto una mentalità diversa negli ultimi anni nel fondo italiano da parte degli atleti e sono fiducioso per il futuro. Mi sembra che il lavoro stia andando nella direzione giusta per avere atleti importanti e migliorare il livello medio. Migliorare serve a porre le basi per il futuro Fino a che punto poi lo dirà solo il tempo».  

Federico Pellegrino
Federico Pellegrino ©Pentaphoto

Ultime notizie

La Fiamma Olimpica è in Italia. Passaggio al Quirinale, ora il viaggio che partirà dallo Stadio dei Marmi

È atterrato alle 17.15 all’Aeroporto “Leonardo da Vinci” di Roma Fiumicino il volo ITA...

Ottanta stranieri, dieci nazioni: il Top50 cresce e dà appuntamento a Pila a metà dicembre

Come ogni inizio stagione, la voglia di gareggiare e confrontarsi con i coetanei è...

Odermatt trionfa sulla Birds of Prey mutilata. Paris 6°: «Inizio positivo»

Trionfo di Marco Odermatt nella discesa di Beaver Creek, accorciata per penuria di neve....

Infortunio per Corinne Suter, stop di circa un mese

Ancora un infortunio in questa stagione 2025-2026, proprio quella olimpica. Sembra una maledizione e...

Altro dal mondo neve

Cortina centrale nello slittino mondiale. Longo: «Sliding Centre è futuro»

Cortina d'Ampezzo continua a costruire la propria legacy e si conferma sempre più un...

Ecco come sono andate le prime gare ufficiali sulla nuova “Eugenio Monti” di Cortina d’Ampezzo

Tra venerdì 21 e domenica 23 novembre, sul budello di Cortina d'Ampezzo si sono...

Michela Moioli, la vincitutto: «Voglio godermi ogni singolo momento della stagione olimpica»

Di Michela Moioli si parla sempre troppo poco. Bergamasca di Alzano, 30 anni compiuti...