E’ il momento della verità per Andreja Slokar, talentuosa 27enne slovena che vanta 2 vittorie in Coppa del Mondo e che proprio alle Finali dell’ultima stagione 2024-2025, a Sun Valley, è tornata sul podio nell’amato slalom. Il team a sua disposizione sarà praticamente un mini-gruppo privato all’interno della Federazione slovena, a forti tinte italiane. Tra queste, anche Stefano Costazza, il vero volto nuovo della squadra, reduce da svariate esperienze tra squadre femminili e maschili italiane. Ad Andrea Massi, responsabile principalmente della parte atletica, del resto, è sempre piaciuto lavorare con coach azzurri, basti pensare a Livio Magoni per Tina Maze.
E Costazza porta una grande esperienza anche in slalom gigante: fu lui, per dire, a gestire la prima Brignone, quand’era giovanissima e ottenne il podio numero uno in Coppa del Mondo nel 2009 e anche la prima medaglia iridata a Garmisch-Partenkirchen nel 2011. Il cognome Costazza è poi ben noto agli appassionati di sci alpino. Stefano è il cugino della sorella minore di Chiara Costazza, che nella stagione 2007-2008 è salita due volte sul podio in slalom in Coppa del Mondo, vincendo anche a Lienz, il 29 dicembre 2007. Quello rimane ancora oggi l’ultimo successo femminile italiano tra i rapid gates: «Quando era ancora piccola ero io ad allenarla, poi sono rimasto comunque sempre in contatto con lei perché facevo parte della Federazione Italiana Sci. Anche quando ha trionfato in Austria», ricorda oggi Stefano.

Ma quale sarà il punto focale del lavoro con Slokar? Ecco Costazza, ai media sloveni: «Ultimamente mi sono dedicato alla squadra maschile e con Andreja voglio ottenere almeno una parte di quella forza, che è comunque leggermente diversa. Ma al momento lei è bravissima nello slalom, ora vogliamo migliorare anche il gigante». Ha confermato che Andreja proverà almeno in allenamento a testarsi persino nel superG, dato che le è riuscito molto bene a Ushuaia, in Argentina.
Costazza è convinto che con risultati migliori nel gigante seguirebbero anche risultati sempre più buoni nello slalom, la sua disciplina di base: «Penso che abbia del potenziale tra le porte larghe. Bisognerà infonderle la fiducia in se stessa che forse le manca in questa specialità, attualmente», sottolinea il 56enne allenatore, spiegando anche la divisione dei ruoli: «Io nel team mi occupo solo della tecnica sciistica, delle questioni relative alla neve, non mi occupo della preparazione fisica. Di questo si occupa il “maestro” Andrea Massi».
Slokar si trova di fronte alle due stagioni più importanti della sua carriera. Prima ci sono le Olimpiadi di Cortina a febbraio, poi l’annata 2026/2027 con i Campionati mondiali a Crans Montana. Il suo team punta apertamente a una medaglia in almeno una delle due grandi competizioni, ma preferirebbe parlare di due o addirittura di più.

E Andreja? Ha parlato anche lei delle porte larghe: «Durante gli allenamenti il gigante mi riesce bene, anche se devo ammettere che le mie prestazioni sono molto più altalenanti (rispetto allo slalom; ndr). Quando ho delle giornate in cui non mi sento al meglio, si vede chiaramente che non ho fiducia in me stessa. In quei momenti penso: “Oh, non so farlo”. Ecco, devo smettere di ripetere che qualcosa non mi riesce, perché questo entra nel subconscio. Bisogna arrivare alla partenza con la mente libera, fare il proprio dovere, migliorare la tecnica e soprattutto l’approccio. Una volta ho già portato il gigante a un buon livello. Non vedo perché non potrei farlo di nuovo».
E sulle avversarie Andreja ha le idee chiare, Ljutic a parte: «Penso che Emma Aicher sarà molto forte e oltre a lei sicuramente le francesi. Sì, perché hanno un bello spirito di squadra. Quando una va bene, anche le altre possono farlo rapidamente. Prevedo che Marie (Lamure, ndr) farà un salto di qualità e trascinerà tutte le altre con sé». Andreja tra l’altro ha iniziato quest’estate a sostenere l’esame che le consentirà di ottenere a breve la licenza per il paracadutismo.

Sul nuovo staff, infine: «Stefano lavora sulla tecnica e mi insegna cose un po’ diverse da quelle a cui ero abituata finora – conclude Slokar -. Penso che sarà una sfida piuttosto impegnativa. La mia prima impressione su come stanno andando le cose è: “Mi piace molto!”. Non sono mai stata entusiasta degli italiani (sic!), ma ora ho una squadra quasi tutta italiana (ride) e parlo quasi sempre solo italiano con loro. Sicuramente le persone che mi circondano mi stanno bene. A Sölden non ho certamente intenzione di partire se non sarò adeguatamente preparata. Ma sinceramente non ho nemmeno pensato di non essere pronta. Partirò e quest’anno rideremo… basta con le lacrime al traguardo».
Occhio all’atlete dell’est Europa: perché quando si mettono in testa un obiettivo, spesso lo ottengono. Ancor di più se sono slovene, la storia, da Mateja Svet a Spela Pretnar, da Katja Koren a Tina Maze, passando per Ilka Stuhec, insegna. Paura di niente e di nessuno…




