Baldo: «Meritocrazia nella scelta dei tecnici»

Mauro Baldo, direttore tecnico del Drusciè Cortina, ex forestale e ex allenatore azzurro, scende in campo sabato per un posto in consiglio federale Fisi in quota ai tecnici. Eccolo il veneto: «Sono un tecnico quindi preferisco parlare di aspetti che mi competono maggiormente e con i quali ho una certa familiarità. Oggi c’è bisogno di una FISI che sappia ascoltare, pronta a condividere progetti e strategie. Fra i vari aspetti programmatici, ritengo che l’attività giovanile vada sostenuta maggiormente, sia dal punto di vista tecnico ma anche attraverso contributi economici importanti con aiuti concreti a quelle società che per organizzazione e qualità rappresentano il meglio del panorama nazionale. Certo, non bisogna dimenticarsi delle piccole realtà che, tutte insieme, costituiscono le fondamenta su cui si regge il nostro sport».

Baldo continua in merito ai tecnici e alla loro selezione: «In Italia ci sono oltre duemila allenatori distribuiti tra le varie discipline della FISI. Questi tecnici rappresentano le nostre eccellenze sul campo. Purtroppo non sempre la meritocrazia è stata il metro di valutazione per questi professionisti. Ritengo sia doveroso iniziare a mettere nelle posizioni che contano persone che hanno i meriti. E per meriti non intendo chi ha vinto, perché c’è una grande differenza tra chi ha vinto e chi ha successo. Sono pochi al mondo quelli che hanno vinto, ma c’è tanta gente che ha dimostrato di avere successo, di saper fare il proprio lavoro».

Mauro ci tiene ad affermare che se sarà eletto si dedicherà con il massimo impegno a questa nuova carica: «Ho il massimo rispetto delle istituzioni. Sono stato un soldato per gran parte della mia vita, quindi prendo questo eventuale incarico con la massima serietà con l’intenzione di dedicarmi a tempo pieno al consiglio federale. A tale riguardo fatico a comprendere le diverse persone che si sono candidate per una carica, pur sapendo da subito che, a causa di altri impegni ed occupazioni, non avranno il tempo necessario per dedicarsi completamente al mondo complesso  della FISI. La trovo una mancanza di rispetto verso chi ti sostiene dandoti il voto».

Termina il DT del Drusciè: «Sono un atleta (o meglio, ragiono ancora come tale), quindi per indole sono portato ad esaltare il concetto del lavoro di squadra. Perché per raggiungere traguardi ambiziosi bisogna remare tutti nella medesima direzione. Anzi, talvolta addirittura unire le forze per convenienza. E poi sul rapporto sci alpino e altre discipline bisogna fare una precisazione. La Federazione Italiana Sport Invernali conta ben quindici discipline che meritano di essere equamente rappresentate. Nel quadriennio precedente il consigliere federale in rappresentanza dei tecnici proveniva dallo sci nordico e non mi sembra che le altre discipline siano state dimenticate o penalizzate per questo. Del resto questo tipo di propaganda elettorale mi lascia abbastanza indifferente…quando non si può contestare il ragionamento si contesta il ragionatore. È un classico…».

 

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