Massimo Raffelli, 56 anni aostano e laureato in economia aziendale, da 14 anni è presidente dello Sci Club Aosta. Il 15 ottobre ha deciso di candidarsi nel ruolo di consigliere federale. Eccolo: «Vengo dalla base e con lo sci club Aosta abbiamo fatto un lavoro enorme come società sul campo ma soprattutto nell’organizzazione di eventi. Dalle finali di Coppa Europa a qualsivoglia rassegna tricolore, mancano solo gli Assoluti, quindi le gare Children come Fosson e Top 50 ormai riferimento della categoria. Vivo la neve ed insieme ai miei allenatori e ai miei uomini, abbiamo sempre condiviso scelte ed operazioni per la salute del club e dei ragazzi. Adesso scelgo di impegnarmi come consigliere federale e portare così le istanze del territorio che credo di conoscere alla perfezione».
Massimo, fra le varie questioni, ci tiene a soffermarsi sui numeri. «Cosa è vitale per la federazione? I tesserati. E questi sono nelle mani per lo più delle società, che conseguentemente sul territorio cercano affiliati per crescere. Un club più è forte, vivo, in salute, più ha un numeri importanti di tesserati. Per questo è fondamentale avvicinare più ragazzi e famiglie possibile all’agonismo. E non parlo solo di sci alpino, ma anche degli sport come fondo o biathlon che sono davvero sempre meno praticati. La Fisi, con i club, deve fare azioni mirate sui residenti della montagna dove c’è più cultura di queste discipline per far gareggiare ancora più ragazze e ragazzi».
Parlano tutti di abbandono nello sci alpino, in particolare per la categoria Giovani. Continua Raffaelli: «C’è un divario sempre più grande fra chi vuol fare lo sci come mestiere e chi no. Per i secondi lo sci è sempre meno appetibile, ci sono costi e sacrifici troppi ingenti e spesso non ne vale la pensa. Dobbiamo cercare insieme delle soluzioni per risolvere questo problema. Non è facile, la soluzione non è dietro l’angolo certo. Ma meno atleti, vuol dire meno movimento, meno tessere, meno Fisi…E’ necessario correre ai ripari».