Scorri la lista degli iscritti nelle gare di qualicazione e non trovi la voce CHN. Nessun atleta cinese in gara ai Mondiali di Cortina, nell’anno che precede le Olimpiadi cinesi. La pandemia, o meglio le decisioni del governo cinese, li hanno lasciati a casa. In Coppa del Mondo non sono ancora mai arrivati, ma ai Mondiali sì, e non solo a quelli in Svezia due anni fa. Lontanissimi in classifica, ma c’erano.
Ma come sta lo sci cinese a un anno dai giochi in casa? Un vero progetto sullo sci per i Giochi di Pechino è nato in pratica solo nella stagione 2018/2019. Investimenti importanti da subito, chiamando tecnici da Austria e Italia (Franz Gamper, Hansjörg Plankensteiner e Max Toniut, oltre a Heinz Peter Platter che per la Cina aveva lasciato la Svezia). Che sono partiti in pratica da zero, perché, anche se stiamo parlando di un Paese da oltre un miliardo di persone, di sciatori ce ne sono pochi. La scelta è stata quella di attingere agli atleti del pattinaggio di velocità e dallo short track (che invece sono sport seguitissimi).
Ne hanno ‘ingaggiati’ cinquanta, li hanno messi sotto prima sulle nevi delle Alpi, in pratica sono stati quasi un anno lontano da casa. Partendo quasi dallo spazzaneve. E senza mai lamentarsi. Poi sono tornati a sciare a casa, hanno iniziato a gareggiare nella Far East Cup. Faticando molto all’inizio, ma riuscendo poi ad abbassare i punti, grazie anche alla presenza di atleti europei. Anche in discesa, come nelle gare Fis di Wanglong. Alla fine sono rimasti meno di venti atleti, equamente divisi tra maschi e femmine. Anche lo staff tecnico si è ridotto: con Heinz Peter Platter sono rimasti solo gli austriaci, ma sono entrati due skiman ‘professionisti’. E mentre tutti gli ‘altri’ pensavano a Cortina, loro a febbraio hanno gareggiato sulle piste olimpiche di Yanqing. Solo loro e nessun altro. Non avranno la possibilità di confrontarsi nelle gare mondiali, ma almeno sono gli unici ad aver testato i tracciati dei Giochi. Basterà?