Sono sempre stati eccellenza per l’imprenditorialità turistica i badioti, o come preferiscono farsi chiamare i ladini badioti. Quel caratteristico e identitario fare sistema, mancava tuttavia di un anello importante, a mio giudizio fondamentale e decisivo per la consacrazione del territorio. Non c’era quel legame, non esisteva quel rapporto fra i due eventi di maggior rilievo dell’Alta Badia: come se la Coppa del Mondo di sci e la Granfondo ciclistica Maratona Dles Dolomites corressero su due binari diversi. Non c’era, appunto, oggi c’è, è nato, è vivo e vegeto e cammina già celere sulle sue solide gambe. Fra i capofila, fra i prim’attori, fra le teste pensanti di questo binomio ecco Roberto Huber, il direttore del consorzio turistico. Finalmente. Questa è la linea vincente del turismo della montagna, questa soprattutto è la richiesta dei turisti di oggi italiani e non, questa è l’intuizione che anche noi come Mulatero abbiamo individuato. Dallo sci da discesa (Race Ski Magazine), allo sci alpinismo e alla corsa in montagna (Ski Alper), ecco con Alvento la sfida editoriale del ciclismo. Lo ha capito Andy Varallo, presidente del comitato organizzatore Coppa del Mondo sci quando afferma «L’Italia è una penisola, l’Alta Badia non è solo neve», lo hanno capito diversi residenti quando lottavano nelle prime edizioni della Maratona Dles Dolomtes contro la chiusura dei passi dolomitici. Ci raccontava quel genio di Michil Costa in una giravolta poetica «Ci condannavano per la chiusura dei passi come si scagliavano contro Saffo». O come dice ancora Michil «ospite non vuol dire portafoglio, ci vuole umanesimo, c’è bisogno ancora di rinascimento». Qui lo hanno capito, lo sapevano già, questo concetto lo hanno definitivamente elevato a guida con l’unione sotto il brand Alta Badia di questi due magici eventi.
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