Luca Rossi, il direttore tecnico dello sci club Crammont Mont Blanc, arriva in fretta e furia da Aosta al quartier generale della granfondo La MontBlanc, il QC Terme di Pré Saint Didier. E’ fresco di assemblea elettiva dell’ASIVA, il comitato regionale valdostano. Dopo l’era Borbey, ecco Marco Mosso a prendere le redini del comitato. Ancora una volta è stato eletto fra i consiglieri Ottavio Bieler, presidente del Crammont e papà di Federica, che oltre a fare gli onori di casa in quanto responsabile marketing delle strutture QC, chiede info a Rossi e agli altri rappresentanti del club in merito dell’assemblea e si compiace della rielezione di papà.
La Valle d’Aosta è una piccola e vulcanica realtà, figuriamoci i territori dell’alta Valle, dove tutti si conoscono e dove si intrecciano storie, destini e favole di sport. Come lo sci e il ciclismo ad esempio, che ancora una volta si elevano sotto il Monte Bianco per un’altra edizione della corsa amatoriale che da queste parti è sempre un successo.
In griglia c’è l’azzurro Mattia Casse, che per l’occasione difende i colori del team QC Terme. Si cimenta nel percorso corto l’azzurro, staccando un quindicesimo posto onorevole. Ci sono alcuni ex dell’ambiente dello sci in corsa. Nel medio l’ex azzurrino Carlo Beretta e un brillante Francesco De Candido (Swatt Club) che chiude ottimo ventesimo. E poi non poteva mancare il tecnico degli Azzurri del Cervino Alain Seletto (Velo Valsesia) che porta a casa uno sfavillante quarto posto assoluto nel lungo, percorso che piazza come ultima scalata di giornata il terribile Colle San Carlo (vittoria a Paolo Castelnovo di MP Filtri che concede il bis).
E poi dibattiti e convegni di sport. Fra questi spicca quello promosso dal manager di eventi Alberto Laurora, proprio l’inventore de La Montblanc e della prima edizione della Top Dolomites che si correrà a Madonna di Campiglio il 3 settembre. Laurora, che è allenatore di sci, mette a confronto sport invernali e ciclismo. Fra gli altri sul palco l’ex pro Alessandro Vanotti, compagno di ventura di Vincenzo Nibali, e un Henri Battilani griffato Esercito reduce da una premiazione al congresso ASIVA. Credevate di trovare un Battilani demotivato e scosso per essere stato inserito nel gruppo degli ‘atleti di interesse nazionale’? Vi sbagliate di grosso. Determinato più che mai, desideroso di far bene e finalmente con la possibilità di lavorare per se stesso.