E siamo tornati sul luogo del trionfo. In un periodo davvero insolito, maggio. Eccoci in Svizzera, in Engadina, precisamente a Pontresina/Diavolezza, comprensorio di St.Moritz, la celebre località che ha ospitato tre mesi fa i Campionati del Mondo e che ha visto lo strepitoso successo del team rossocrociato. Sette medaglie (negli uomini gli ori di Aerni e Feuz, quindi il bronzo di Caviezel). Svizzeri profeti in patria insomma, grazie ad una preparazione efficace e studiata nei minimi particolari per non ciccare l’appuntamento più importante della stagione. Intanto ultimo allenamento di questo trionfale 2017 al Diavolezza per il team World Cup 3 sotto la responsabilità del nostro Matteo Joris.
JORIS NEL VIDEO
Per il tecnico valdostano, fra l’altro fresco di riconferma Istruttori, la prossima sarà la terza stagione come guida della compagine elvetica di slalom e gigante. La nostra visita agli Joris Boys è iniziata ieri sera nello skiroom di un altro valdostano, Fabio Vierin. Eccolo allora Viero cosa ci ha detto nel video.
VIERIN NEL VIDEO
Questa mattina abbiamo lasciato Pontresina, dove abitualmente soggiorna la Svizzera quando si allena al Diavolezza, alle 7.30 per salire verso il Passo del Bernina. Tipicamente invernale il panorama con la neve non solo su queste immacolate vette delle Alpi grigionesi, ma anche sui prati a bordo strada. Niente nuvole, sole splendente. Al nostro fianco sfreccia il trenino rosso del Bernina, che collega St.Moritz a Tirano. Da entrambe le direzioni per sciare al Diavolezza puoi arrivare anche con il treno: fermata Diavolezza/Bernina, posta a 50 metri dalla biglietteria della funivia. Roba dell’altro mondo, roba proprio da Svizzeri, semplicemente altra categoria.
TEAM COSMOPOLITA – Sono sei gli atleti che compongono questo gruppo di lavoro, ma alla tre giorni in Diavolezza hanno preso parte l’iridato Luca Aerni, Reto Schmidiger ed il nuovo innesto Marc Rochat. Assenti Justin Murisier, Daniel Yule e Ramon Zenhauesern in quanto impegnati in uno stage atletico. Il team vede la presenza anche di un altro italiano: è l’altoatesino Willy Breitenberger, che affila lamine e solette a Schmidiger in questa occasione (inoltre anche di Zenhausern). Vierin si prende cura di Aerni e Rochat invece, con Yule c’è poi Nicola Marcon. Toh, un altro italiano.
D’altronde l’impronta del team è davvero cosmopolita. C’è uno skiman della Repubblica Ceca, Marian Bires che si prende cura del materiale di Murisier. Nello staff tecnico poi il francese Thierry Meynet e lo svedese Thomas Sjoedin che si occupa anche della preparazione atletica di tre atleti presenti. E così, se la lingua ufficiale via radio e per gli avvisi ufficiali è il tedesco, è un continuo parlare e confrontarsi in più lingue: francese (Reto a parte gli altri ragazzi sono del Vallese francofono), italiano e inglese. C’è per tutti i giusti davvero. A completare lo staff, anche il fisioterapista Armando Crottogini, uno svizzero. E’ l’ultimo raduno della squadra, dopo una stagione senza dubbio positiva. Un gruppo giovane, dal ’92 al ’94, atleti già nei top ten nella massima serie e a ridosso del podio. Ragazzi con i fari addosso, perché in Svizzera la pressione della stampa è forte.
LA PRESSIONE MEDIATICA STIMOLO PER I RAGAZZI – Mentre traccia Joris ci dice: «Capita che anche solo per un allenamento ci sono tre televisioni a fare immagini e interviste. Lo sci in Svizzera è una disciplina seguita dalla massa. Per i ragazzi può essere un peso, ma loro capiscono che a maggior ragione devono lottare per stare davanti. E’ un motivo di orgoglio ricevere queste attenzioni. I risultati in Coppa del Mondo e soprattutto l’oro in casa di Luca sono già realtà, ma in questo biennio con Olimpiadi e ancora Mondiali vogliamo toglierci altre soddisfazioni». Un ambiente sereno, dove ognuno ha i propri compiti. Oggi, come in questi giorni, al Diavolezza gigante e campo libero. E oltre ai passaggi fra le porte larghe, anche due giri fino alla partenza della funivia. Lavori di resistenza, quasi cinque minuti di discesa. Neve che si trasforma solo l’ultimo minuto e mezzo, ma tanto basta per far bruciare i quadricipiti ai ragazzi ma anche il cuore: c’è il forte desiderio di continuare a crescere e mettersi in mostra. Si parte da solide basi e da risultati conseguiti importanti: ma in Svizzera non ci si accontenta di certo!
ROCHAT NEL VIDEO