Siiiii!!! Peter Fill ha vinto la Coppa del Mondo di discesa. Avete capito? Il sogno è realtà, il trofeo che premia il migliore velocista della stagione è in Italia, per la prima volta, ma soprattutto è nella mani dell’altoatesino di Castelrotto, il re di Kitzbuehel per chi se lo fosse scordato.
PIETRO LEGGENDARIO – Oggi Pietro ha scritto una pagina antologica dello sci, una vittoria nella Coppa del Mondo di specialità più ambita, quella della discesa, la regina dello sci alpino. Peter si è finalmente consacrato, ha conquistato un trofeo glorioso, che da’ onore e fama. E’ il numero uno semplicemente, il più forte, il più bravo. E’ Pietro, quello che doma le traverse della Streif, che spiana le picchiate di Wengen, che vola sulle gobbe della Val Gardena. E’ Pietro che è talento e coraggio, alla faccia di chi dice che se la fa sotto, è Pietro che è Ulisse più Achille, ovvero sapienza e grinta. E’ Pietro che piange e urla, che guarda commosso i tifosi giunti da Castelrotto in festa che bevono birra dall’alba perche già sapevano. E’ Pietro che alza gli occhi al cielo come in segno di ringraziamento perchè papà Luis è ancora a far festa con lui e il piccolo Leon. Ed è Pietro che si mette le mani sul casco, pensa a quegli attimi prima di attaccare il pendio dell’Engadina, bacia la neve epica della Corviglia, che si asciuga una lacrima e che si morde le labbra incredulo.
PIETRO CAMPIONE – E adesso deve arrivare la notorietà, basta chiacchiere. Lo sci deve essere sdoganato, il mondo dei media deve dare più attenzione per il nostro sport. Anche oggi c’è Race Ski Magazine in prima linea e solo altre tre testate giornalistiche sono qua in questo angolo di Grigioni a raccontarvi questo successo. Troppo poco. E basta adesso menarla ancora con la storia «E però quando c’era Tomba…». Gente sveglia, c’è l’Italia di Innerhofer, di Paris, di Razzoli e soprattutto ecco l’Italia vincente di Peter Fill.
PIETRO FORMICHINA – Oggi l’altoatesino ha sciato da ragioniere, con la testa, senza strafare. Ha fatto la formichina, dal momento che Kjetil Jansrud era quarto al traguardo e il povero Dominik Paris, ammaccato per la botta di ieri in prova, ha chiuso diciannovesimo e fuori dalla zona punti. Una giornata bestiale…In partenza era rimasta solo l’ombra (e le macumbe) di Aksel Lund Svindal, perchè se Peter non avesse chiuso nei top 15, la Coppa sarebbe andata nelle mani del fuoriclasse vikingo. Ma Peter è riuscito a calcolare tutto, con maestria e precisione: il decimo posto più bello che c’è, che vale 100 vittorie, che consegna la Coppa del Mondo.
PARIS TERZO IN COPPA, FEUZ VINCE LA DISCESA ODIERNA – Dicevamo di Paris: dopo la ricognizione ha deciso di partire nonostante le brutte botte, ma non riusciva a stare in piedi, a condurre lo sci. Ed ha anche rischiato di deragliare un’altra volta il gigante buono che viene dalla Val d’Ultimo. Così niente da fare, peccato. Ma nemmeno Jansrud ha fatto quel garone che doveva fare; e allora Fill ha levato il turbo e azionato la testa, ha alzato il piede dall’accelleratore e fatto tattica, ha calcolato. Una guerra di nervi vinta, stravinta. La gara, anche se poco importa, è stata vinta dallo svizzero Beat Feuz, che ha distanziato di 8 centesimi lo statunitense Steven Nyman e di 54 il canadese Erik Guay. Quarto dicevamo il triste (oggi) vikingo Jansrud, che è quarto nella Coppa, quinto il francese Johan Clarey e sesto lo statunitense Travis Ganong. Christof Innerhoher dodicesimo. Paris diciannovesimo. Lui è arrabbiato, nero, deluso, depresso. Ma è comunque ottimo terzo nella Coppa del Mondo di specialità. La neve continua a cadere, Pietro a piangere, noi ad esultare con lui. Inchiniamoci a Peter Fill…