Magoni: 'Cacciato perche' parlavo con la stampa'

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Livio: «Rinaldi mi diceva che Roda ha sempre l'ultima parola»

Livio Magoni vuota il sacco. Attacca la FISI, il sistema, attacca una scelta avvenuta all’ultimo momento e a parer suo senza logiche fondate e serie. Il tecnico bergamasco parla a ruota. Eccolo: «Inutile dirvi che ci sono rimasto male, molto male, dalla situazione e soprattutto dal sistema FISI, a partire dal comportamento del presidente Flavio Roda e del direttore sportivo Massimo Rinaldi». Magoni continua: «Hanno detto tanto sul mio licenziamento, dal conflitto con certe ragazze perchè stressavo troppo alla ricerca del risultato, al discorso che facevo sempre paragoni con Tina Maze, fino al fatto che costavo troppo, passando per la questione che Alberto Ghezze non è stato mai contento di rapportarsi  con me ed altre storie. Ma quello che mi ha sorpreso di più è stato quando mi hanno riferito che ‘avevo troppi contatti con i giornalisti’. La FISI vuole allora tenere tutto dentro il palazzo? Vuole nascondere qualcosa?». Queste le parole di Magoni, che punta il dito sul centralismo di Roda. «Forse Rinaldi  voleva parare il colpo per dire che il licenziamento, come tutte le altre decisioni di una certa importanza e non certo quelle di poco conto, sono prese da Roda e e lui deve solo firmare? Questo sport necessita di pubblicità, è uno sport povero, invece sembra proprio che non bisogna parlare con la stampa…Così mi diceva Rinaldi, che poi mi ripeteva sempre ‘sai, poi l’ultima parola spetta a Roda…».

GRAZIE A PLANCKER E AL MIO STAFF– L’orobico passa ai ringraziamenti, dopo aver chiuso il capitolo del licenziamento. «Comunque ringrazio Raimund Plancker che dopo la Coppa del Mondo con Tina Maze mi ha proposto l’Italia e ho cosi’ potuto allenare la squadra A della mia nazione per due anni con tanta passione e  avverare un sogno immenso che avevo nel cassetto. Ringrazio tutto il mio staff e i miei skiman per il lavoro impagabile fatto, e’ stato bello avere delle soddisfazioni vere in pista insieme sapendo cosa c’era dietro. Peccato perché con due atlete come Federica Brignone e Marta Bassino avrei voluto provare a fare quello fatto con Tina, ossia vincere la generale ma in Fisi non hanno in testa questi programmi e questi obiettivi così grandi…»

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