Abbiamo intervistato Max a proposito del clamoroso ritorno a Salomon
Una giornata con i campioni dello sci. Anche a luglio. Da Corvara in Badia dove si svolge la Maratona Dles Dolomites, la granfondo di bici che ha visto al via Manfred e Manuela Moelgg, Christof Innerhofer e Werner Heel, ci spostiamo a Domodossola. Sei ore di macchina. Del resto non potevamo mancare alla seconda grande svolta di Max Blardone. Dopo la decisione di correre in autonomia, adesso l’inaspettato ritorno a Salomon. Davanti ad una pizza il finanziere di Pallanzeno, oggi tuttavia residente a Domodossola, sembra sereno, disteso. La sorella Fabiana, addetto stampa e pr, sta ultimando il comunicato che invierà a ore.
«Torno con piacere nel Team con cui sono cresciuto e con il quale ho condiviso i miei primi successi. La resa tecnica dell’attrezzatura è essenziale per chi intende rimanere al vertice e lottare fino in fondo per le medaglie in palio il prossimo anno. Credo fortemente nella tecnologia e l’impegno Salomon in questo senso mi offre tutte le motivazioni di cui ho bisogno. Sono certo che potremo lavorare al meglio, come abbiamo già fatto, per mettere a punto ogni più piccolo dettaglio». Un comunicato ufficiale.
Giusto così. Ma non possiamo non chiedergli se pensa che questa scelta farà clamore o quantomeno creerà stupore.
“E’ normale. E’ il mercato. Non ci sono solo gli atleti, ma anche le aziende con i materiali tecnici. Siamo abituati solo al calcio, quando si vende e si compra in continuazione giocatori, quando si cambiano sponsor tecnici e forniture. Ma anche nello sci c’è mercato ed è normale variare il materiale”. Max Blardone ha passato una vita con Salomon, se si esclude l’ultimo triennio fra Atomic e Dynastar. “Quanti ricordi, tante vittorie. Anche sensazioni di smarrimento, ma tante gioie. Sono entrato in squadra C nel ’97 dopo due anni in cui ho tribolato un po’. Per questo alla prima stagione agonistica il significato dell’oro in slalom e del bronzo in combinata ai campionati del Mondo Junior aveva un valore grandissimo. Sciavo Salomon. Come quando ho centrato due fantastici successi in Coppa del Mondo. Sono da considerare sullo stesso piano: il sigillo di Adelboden il primo, e quello in Alta Badia in casa, davanti ad altri due Salomon. Ricordo una festa in albergo infinita. C’erano tutti, dai miei familiari, ai dirigenti Salomon, la mio fan club, a tecnici e skiman”.
A proposito, chi affilerà le lamine al gigantista ossolano? Ancora Giuseppe Gianera? Non c’è ancora niente di ufficiale in questa direzione. Fra una settimana intanto il Max tornerà a sciare a Les 2 Alpes. “La scelta di avere più autonomia mi rende sicuramente più sereno, ma non per questo meno adrenalinico. La prima scelta forte e questa seconda del materiale mi danno ancora più motivazione a far bene”. Gli obiettivi? “Cosa volete che vi dica…sono sempre i soliti. I podi e le vittorie in Coppa del Mondo e poi i Giochi di Vancouver il prossimo febbraio”. Max scappa. C’è da andare ad accogliere papà Elio che abbiamo anticipato dal rientro dalla Maratona Dles Dolomites. “E’ un grande. Seicentesimo assoluto nel medio. Su 9000 mila corridori!”, sottolinea il Max.