Nella finish area la tensione era palpabile. Tutti attendevamo i migliori atleti, quelli che vanno dal 16 fino al 22, pettorale indossato da Peter Fill. Gli staff in rigoroso silenzio, il pubblico pure. Tocca a Dominik Paris, parte bene, poi perde terreno, si capisce che ha male, che alza il piede. Taglia il traguardo sconsolato e il pubblico di St. Moritz lo applaude, lo incita e gli fa i complimenti. Applausi anche dallo staff azzurro per essersi presentato al via in condizioni certamente non ottimali. Al traguardo Dominik Paris è ovviamente seccato. Si spoglia, lancia il casco, si toglie al volo gli scarponi, si cambia e lancia il guscio nello zaino. Si avvicinano Flavio Roda, Alfons Thoma, Massimo Rinaldi, per fargli comunque i complimenti.
E’ il turno di Kjetil Jansrud. Anche il norvegese nel tratto alto parte fortissimo, sembra in giornata, ma i rilevamenti cronometrici non gli danno ragione. Il distacco aumenta, i tecnici norvegesi sono preoccupati, si mettono le mani nei capelli, quasi a dire: “questa Coppa sfuma”. Con un primo posto il norvegese avrebbe la Coppa a un soffio e invece no, è solo quarto. A questo punto tutto dipende da Peter Fill. L’azzurro parte per portare a casa un trofeo che in Italia non è mai arrivato. Lui, il re di Kitz, tiene tutti con il fiato sospeso, emozioni uniche per tutti, staff, pubblico, giornalisti stranieri e italiani. Arriva al traguardo, attende che i risultati vengano ufficializzati e poi esplode in un urlo di gioia, si butta a terra. Le lacrime sono immancabile. Nell’area team abbracci, applausi, tutti in fila a fare i complimenti all’Italia, sul tetto del mondo della discesa libera. La festa è iniziata ai piedi della Corviglia, ma oggi, a St. Moritz, sarà una giornata molto lunga, che anche noi seguiremo passo dopo passo. Una giornata che nessuno scorderà, una giornata che ha portato l’Italia in alto. Complimenti Pietro! Nessun italiano era mai riuscito a portare la Coppa del Mondo di discesa a casa!