Aspettavamo tutti l’acuto in slalom da parte di un azzurro. A Wengen ne sono arrivati due in un colpo solo. Grandissimi! Giuliano Razzoli e Stefano Gross, due atleti così diversi, ma oggi così simili e uniti sul podio, quasi imbattibili. Il ‘quasi’ è d’obbligo, perché anche questa volta, in condizioni di pendio e tracciato ancora differenti, Kristoffersen ha ribadito la sua leadership.
GLI AZZURRI – Ma veniamo ai due azzurri che regalano all’Italia una soddisfazione immensa e alimentano grande ottimismo per Kitzbuehel e Schladming, le gare più prestigiose del circuito. La gara odierna si è svolta sul tratto finale della discesa, un contesto insolito che due giorni prima aveva offerto, forse per la prima volta, un bello spettacolo anche da parte dei discesisti della combinata alpina. Il pendio non è certo paragonabile alle grandi classiche ma lo spettacolo non ne risente. La tracciatura più filante e distante rispetto al solito mette in evidenza la velocità e rapidità di Sabo e Razzo.
SABO GROSS – Il campione fassano, dopo aver ripreso fiducia e sicurezza ad Adelboden, attacca alla morte con traiettorie dirette e senza grossi errori. Gli allenamenti sempre al massimo, senza riserva, hanno dato finalmente i loro frutti. La determinazione è quella di sempre, la fame di successo, di più. Alla vigilia ci si poteva aspettare qualche difficoltà, visto il pendio di una pista non sufficientemente tecnica per Sabo, almeno sulla carta. Arriva invece la secca smentita, a testimoniare una maturità tecnica ormai completa. Non è mai facile ripetersi, ma i presupposti perché questo sia solo l’inizio di una grande stagione, ci sono tutti.
IL RAZZO DI MINOZZO – Chissà quante persone hanno pensato a Vancouver 2010, vedendo Razzo nello slalom di oggi. Appena si allargano le distanze, il campione di Villa Minozzo riesce ad esprimere una potenza devastante, creando velocità ineguagliabile per chiunque. La sua condotta di gara è perfetta. Attacca senza alcuna riserva nei tratti a lui più congeniali e mantiene un minimo margine dove rischierebbe errori visti fin troppe volte quest’anno. Gli sci sono sempre incollati al terreno e consentono una sciata fluida e continua, guadagnando tanto tempo sul piano e nelle figure e perdendone poco nelle curve più angolate e in pendenza. Anche per lui, un’importantissima iniezione di fiducia per le prossime gare.
Lo abbiamo detto più volte, la testa incide moltissimo sulla prestazione. Ora ci siamo, non manca nulla per potersi confermare e chissà, magari battere Sir Kristoffersen.