10 domande a: ecco Marocco

La parola ai candidati alla presidenza FISI

A nemmeno una settimana dall’Assemblea di Bologna, abbiamo fatto 10 domande ai tre candidati alla presidenza FISI. Iniziamo con Pietro Marocco.  
1) Cosa ha funzionato e cosa no nella FISI fino a oggi. Hanno funzionato l’impegno e la dedizione pressoché quotidiana di migliaia di volontari animati da nobile e disinteressata passione. Loro sono nello stesso tempo la struttura portante e l’anima della FISI. Hanno funzionato la maggior parte delle squadre agonistiche di vertice, con risultati a volte soddisfacenti a volte ottimi. Non hanno funzionato la comunicazione  ed il collegamento tra la base ed il vertice della Federazione: gli organi elettivi e consultivi hanno dovuto subire un approccio verticistico da parte del Presidente uscente. Sono state prese decisioni sul costo e contenuti  della tessera e su modifiche statutarie senza tenere nel dovuto conto le opinioni le necessità degli Sci Club. La bassa partecipazione all’Assemblea straordinaria per la modifica dello Statuto può essere spiegata con la disaffezione della base verso una gestione federale percepita come verticistica. Non ha funzionato la comunicazione dalla Federazione ai Comitati, sia per quanto riguarda gli atti ufficiali della ufficiali della FISI e del Consiglio Federale (ordini del giorno, verbali dei Consigli, ecc.), sia delle iniziative che venivano via progettate e realizzate. La carenza di informazione circa le decisioni e le strategie, i progetti e le attuazioni, ha finito col nuocere al funzionamento della Federazione, indebolendo da un lato lo spirito di appartenenza ad essa e dall’altro la capacità propositiva. Noi Presidenti dei Comitati Regionali non siamo stati adeguatamente coinvolti nemmeno nella partecipazione agli eventi programmati e realizzati sul nostro stesso territorio: un mancato coinvolgimento che, creando forti imbarazzi nei confronti dei territori che rappresentiamo e con i quali siamo quotidianamente in contatto, di fatto ha finito con l’indebolire la nostra stessa posizione di referenti regionali della FISI. La Consulta Federale, che in precedenza veniva convocata prima di ogni Consiglio Federale divenendo occasione di un confronto collegiale tra tutti i Consiglieri, ha perso del tutto questa la peculiarità, vedendo penalizzate soprattutto le realtà regionali più deboli e contravvenendo in questo modo al principio di pari opportunità. E che dire della Commissione ricerca, che è stata praticamente messa da parte?
2) Chi è Pietro Marocco in 800 battute. Nato a Torino il 31 dicembre 1955 e residente a Torino, sposato con Maria Grazia Ozello, padre di Maria Vittoria, e Giovanni. Laureato in Ingegneria Civile ed iscritto all’Albo Ingegneri e Architetti di Torino. Esperienze professionali nei settori dei processi e degli impianti industriali, General Contractor, dei trasformatori elettrici e delle energie rinnovabili. Libero professionista tecnico-commerciale e Sales & Marketing manager della SIGMAR srl (componenti elettronici nel settore automotive ). Iscritto al Club Lions “Torino Crimea”, già Presidente di Club, Delegato di Zona e Presidente di Circoscrizione. Iscritto al Panathon club “Torino Olimpica”. Arbitro della Federazione Italiana Pallacanestro. Iscritto allo Sci Club Entracque Alpi Marittime. Eletto nel 2008 Presidente del Comitato FISI Alpi Occidentali e rieletto nel 2010.  Coordinatore nell’ambito della Consulta dei Presidenti Regionali della Federazione Italiana Sport Invernali. 
3) Perché uno sci club dovrebbe votare Pietro Marocco piuttosto che un altro candidato?
 Perché la politica portata avanti dalla Presidenza uscente in questi due anni si è mossa in una prospettiva sempre più centralista, assumendo decisioni importanti senza nemmeno consultare i Comitati Regionali. A partire dal 2012 la FISI non ha certo brillato per attenzione alle esigenze dei territori, dei Comitati regionali e provinciali e delle società affiliate che ne sono espressione. Anche il rapporto con il CONI, che in passato era stato dialettico e aveva dimostrato la capacità della Federazione di saper assumere posizioni proprie e rivendicare ciò che legittimamente le spettava, nel corso dell’attuale Presidenza sembra essersi indebolito. Un esempio per tutti: sebbene ci fossero impegni espliciti del CONI stesso a rivedere i contributi alle Federazioni in base ai risultati, sembra che nulla di tutto ciò sia accaduto. Meno contributi dal CONI significa meno risorse per le squadre agonistiche nazionali, ma anche per le società che meritano di essere premiate per la loro attività di promozione, di avviamento dei giovani agli sport invernali e di valorizzazione dei talenti emergenti. Io credo che il Presidente della FISI debba saper creare una governance robusta ed essere il coordinatore di un team efficace e motivato: deve dare deleghe a persone competenti, sia nell’ambito del Consiglio Federale che delle Commissioni Tecniche e Funzionali. Deve trasmettere  un flusso continuo e regolare di informazioni e mettere i suoi collaboratori nelle migliori condizioni possibili per lavorare. Deve porre la basi per una Federazione che non sia legata in maniera esclusiva alla figura del Presidente e che abbia un’organizzazione capace di assicurare la continuità in occasione del rinnovo del Consiglio Federale. In questi ultimi anni ho interagito con i vertici federali, sia come presidente del Comitato Alpi Occidentali, sia come coordinatore dei Presidenti regionali: ho quindi una conoscenza diretta delle problematiche più urgenti, di come sono state affrontate e di come non sono state risolte. Riportare la Fisi alla grandezza che merita per me è un dovere di gratitudine e una sfida da affrontare non in solitaria ma in collaborazione con tanti leali ed entusiasti appassionati.
4) Come e dove trovare i soldi per gestire la FISI del futuro? E’ indubbio che, negli ultimi anni, le entrate della Federazione hanno subito una cospicua diminuzione mentre le spese, soprattutto per quanto riguarda i costi di funzionamento, sono aumentate. La razionalizzazione della spesa può contribuire a migliorare i conti, ma non basta: la realtà è che bisogna aumentare le entrate. Occorre bussare a tutte le porte, cercare risorse aggiuntive, migliorare la qualità e il numero delle sponsorizzazioni, valorizzare il brand FISI, agire sul merchandising, valutare quanto sarà ottenibile dai diritti televisivi e quali e quante risorse aggiuntive saranno ottenibili dal CONI e dalla eventuale partecipazione a bandi nazionali ed europei a sostegno della pratica sportiva. Verificheremo il recente contratto sottoscritto da Roda con la Infront, una società – lo voglio precisare a scanso di equivoci – che ha indubbiamente una forte vocazione ed una notevole esperienza nel mondo della neve e con la quale potremo collaborare proficuamente. Valuteremo dal bilancio che sarà presentato quali accorgimenti sono stati adottati. Certo, appare al momento alquanto ambigua l’operazione indicata come "pulizia dei bilanci", che lascia intendere che i bilanci precedenti non fossero corretti. Solo la trasparenza dei conti può rendere la FISI un soggetto nuovamente capace di attrarre nuovi ingenti investimenti in sponsorizzazioni. Occorre poi ripensare la politica del tesseramento, offrendo a tutti gli appassionati della neve italiani l’opportunità di ottenere servizi, sconti ed altre agevolazioni grazie ad una “tessera di base” che sia appetibile anche per il semplice sciatore turista.
5) Come distribuire più contributi alla base (sci club, comitati)? I contributi in favore delle Società, sono stati ripresi solo a seguito della nostra forte sollecitazione in qualità di Presidenti dei Comitati. Al di là comunque dei contributi, a mancare sembra essere un disegno complessivo di sviluppo di queste realtà: sarebbe infatti stato necessario creare dei Clubs di eccellenza, tenendo conto di vari parametri (numero atleti, specialità praticate, risultati ottenuti, gare organizzate) e incentivandone l’attività attraverso un sostegno economico adeguato e un loro maggiore coinvolgimento nelle decisioni della Federazione stessa. I contributi relativi all’attività giovanile sono venuti di anno in anno ridimensionandosi. Sarebbe stato necessario al contrario incrementare con forza gli stanziamenti in questo settore, attingendo al riguardo dagli altri capitoli di spesa e procedendo ad erogarli in base all’attività effettivamente svolta.
6) Statuto, sono necessarie delle modifiche? Se sì, quali? Abbiamo l’impressione che ad essere portata in Assemblea non sarà la versione dello Statuto licenziata dal CONI, bensì una nuova versione, a cui sembrano essere state apportate modifiche sostanziali. I Presidenti dei Comitati regionali avevano avanzato a suo tempo una esplicita richiesta di inserire il nulla osta per il trasferimento degli atleti nell’attuale modifica dello Statuto. Non è stato tenuta in conto la richiesta avanzata e si è rimandando il tutto a una generica e non definita modifica del ROF, il Regolamento Organico Federale. Nell’articolo 4, concernente l’instaurazione dei rapporti federali, nella bozza del nuovo Statuto si legge testualmente che “il trasferimento di ogni tesserato non agonista da un affiliato ad un altro è libero al termine di ogni anno sportivo non sussistendo tra i tesserati e gli affiliati F.I.S.I. alcun vincolo sportivo. Dal nostro punto di vista, le società del nostro Comitato sono orientate ad inserire nello Statuto una norma che le tuteli nei confronti di cambi di società repentini, dovuti o ad inadempienze economiche del tesserato, oppure al vero e proprio dumping di cui si rendono responsabili alcune società. La bozza del nuovo Statuto prevede anche una nuova figura di Direttore Generale. La mancata approvazione dello Statuto e la mancata modifica del ROF hanno finito tuttavia col rendere la posizione di questa figura professionale molto delicata.
7) Tesseramento, cosa fare per aumentare i numeri? Dopo una fase nella quale si era tentato un suo rilancio organico, il dato relativo al tesseramento è tornato ad essere negativo, facendo riscontrare ogni anno un ulteriore calo. In qualità di Presidenti dei Comitati abbiamo avanzato insistentemente la richiesta di organizzare un gruppo di lavoro sul tesseramento, anche semplicemente in un’ottica di ripresa e sviluppo del lavoro già svolto negli anni scorsi, studiando parallelamente e in tempo utile un nuovo piano in vista della stagione prossima (costi, contenuti delle convenzioni, valorizzazione e marketing ). Da anni chiediamo l’istituzione in FISI di una funzione specifica al riguardo, capace di diventare il punto di riferimento per la promozione continua del tesseramento, auspicando anche uno studio organico finalizzato a rendere più semplice il tesseramento dei singoli e l’affiliazione delle società sportive, col solo scopo di dare vita a strategie adeguate a rendere più visibile la nostra Federazione e aumentarne l’appeal. Anche su questi aspetti la risposta della Presidenza non è stata esaustiva, visto che nulla è stato fatto al riguardo e che negli ultimi anni persino il materiale informativo è divenuto pressoché inesistente. La FISI dovrà cercare la collaborazione degli Enti di Promozione Sportiva, che svolgono egregiamente una funzione di avvicinamento e avviamento allo sport ricreativo. Si tratta di un bacino piuttosto vasto, da cui è lecito aspettarsi arrivi qualche buon atleta. Ma contemporaneamente la FISI dovrà pianificare e attuare una campagna di coinvolgimento del mondo della scuola: una campagna professionale, non la solita iniziativa affidata alla buona volontà di singoli e famiglie animati da buona volontà ma privi delle adeguate competenze. Il mondo della scuola deve avere più attenzione alle esigenze degli studenti atleti, che devono conciliare l’attività didattica con quella agonistica. Ed è dalla scuola che può partire un grande impulso alla scoperta degli sport della neve da parte di un pubblico giovanile che in gran parte ne ignora quasi l’esistenza. Fermo restando che il tesseramento è di competenza degli Sci Club e che nessun sciatore può iscriversi alla FISI senza iscriversi ad una società affiliata, occorre pensare a come proporre al grande pubblico degli sciatori non agonisti una tessera-base, che offra servizi e convenzioni tali da renderla commercialmente interessante e che, soprattutto sia facilmente acquistabile alle biglietterie degli impianti di risalita, nei grandi centri commerciali, negli alberghi, nei negozi di articoli sportivi, nelle scuole di sci e via Web.
8) Alto livello, cosa fare per vincere più medaglie a PyeongChang 2018? Innanzitutto preservare al meglio il vero e proprio capitale umano di atleti e tecnici di grande esperienza, trovare nuove risorse per garantire al maggior numero di atleti possibile e nelle migliori condizioni logistiche possibili la  preparazione estive in Sud America e su ghiacciai europei. Ma occorre anche un grande lavoro di selezione alla base del movimento agonistico. La FISI deve disporre di veri e propri “osservatori”, che, come avviene nel calcio, monitorino a tempo pieno, sistematicamente e capillarmente i circuiti giovanili, soprattutto nelle categorie Allievi e Aspiranti, per individuare tempestivamente i talenti da avviare alla carriera agonistica internazionale. La FISI deve mettere i migliori tecnici selezionatori nelle condizioni di lavorare serenamente e con mezzi adeguati, al fine di scegliere e formare i giovani che emergono nei vari circuiti nazionali e nelle ribalte internazionali del “Topolino” e del “Pinocchio”.
9) Deve cambiare qualcosa nel sistema di voto per l’elezione del presidente?
I principi ispiratori del CONI non prevedono modifiche del sistema di voto. Anzi, l’abolizione dei delegati va nella direzione di una partecipazione al voto diretta e personale. Che senso hanno le deleghe quando persino l’iscrizione di un bambino alle elementari ormai si fa per via telematica? La partecipazione diretta al voto metterebbe fine al sistema di raccolta delle deleghe che è sotto gli occhi di tutti. L’utilizzo di una modalità di voto che utilizzi una piattaforma informatica aumenterebbe la partecipazione democratica ed abbatterebbe drasticamente i costi legati all’organizzazione dell’Assemblea.
10) Quadri tecnici dello sci alpino, cosa cambierà se verrà eletto Pietro Marocco?
Non credo opportuno anticipare valutazioni tecniche e decisioni strategiche che dovranno scaturire da un’attenta analisi dei risultati ottenuti e delle criticità riscontrate nel quadriennio olimpico che ci lasciamo alle spalle. Certamente non sono stati raggiunti tutti gli obiettivi ed i risultati potenzialmente raggiungibili con il grande capitale umano di atleti e tecnici di cui la FISI disponeva e dispone tuttora. Certamente va portato a termine un processo di ricambio generazionale che già quest’anno ha consentito a nuovi talenti di emergere. In generale il settore della velocità, sia in campo maschile che femminile, ha ottenuto quanto era auspicabile e prevedibile. Probabilmente si dovranno operare dei cambiamenti per quanto riguarda le discipline tecniche, ma parlare oggi di nomi, di candidature, di incarichi e di organigrammi futuri sarebbe, oltre che prematuro, poco corretto. Il cambiamento che auspico è prima di ogni altra cosa un cambiamento metodologico, che non riguarda le singole persone ma il modo di selezionarle ed investirle di una responsabilità gestionale. La responsabilità della scelta è in capo al Presidente ed ai Consiglieri federali, che però debbono tener conto delle proposte e delle candidature avanzate da una Consulta allargata, dove possano esprimere la propria opinione tecnici di provata esperienza, atleti, e – perché no? – anche le aziende che forniscono le attrezzature agli atleti e che investono su di loro. Per correggere le cose che vanno corrette dobbiamo remare tutti nella stessa direzione; e remare convinti. Unendo le forze abbiamo qualche possibilità di riemergere. Se invece continuiamo con i personalismi, le gelosie e le ripicche, la FISI entrerà in una fase di declino: non lo meritano gli atleti, non lo meritano i tecnici e, soprattutto, le migliaia di persone e di famiglia che contribuiscono in maniera volontaria e con grande entusiasmo alla vita della nostra Federazione.

 

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