E’ quel «devo sciare come so» che non fa mai capire fino in fondo cosa sente dentro, cosa pensa davvero, quali obiettivi si pone in testa, quali sogni ha nel cuore. Ma forse è quel «devo sciare come so» che sottintende consapevolezza, tranquillità, serenità. Quel «devo sciare come so», alla fine, era semplicemente una dichiarazione di guerra. Certo, c’era da affinare il tiro, mettere insieme due manche perfette, curare gli ultimi dettagli. Ma Marta ha sempre saputo che prima o poi, sarebbe arrivato un grande risultato. E così oggi è stato. Un podio che sa di trionfo. Perché è il primo, perché arriva al celebre primo appuntamento di Coppa del Mondo, perché giunge dietro a due campionesse stratosferiche come Lara Gut e Mikaela Shiffrin.
ATTESA – La giornata di Marta è stata tutta in attesa. Dalla sveglia alle lacrime sul podio. Attesa perché sapeva che questa volta poteva davvero lasciare il segno con una grande prestazione. In allenamento le suonava a tutte sulla esigente Leo Gurschler in Val Senales. Questa mattina era fra le atlete su cui in molti, italiani e non, scommettevano. Attesa al cancelletto di partenza, quando Federico Brunelli, il suo angelo custode, le affilava le lamine e le ricordava che era l’occasione giusta, il momento da sfruttare visto la condizione davvero brillante. Attesa quando dopo la prima frazione chiusa al terzo posto, dopo aver visto le sue compagne attaccare il Rettenbach, o provare a farlo, si era rifugiata nel team hospitality scortata dal suo fidanzato, Marco Casagranda, allenatore dell’Equipe Limone. E attesa anche nostra, che ci siamo accorti di quanto valeva, addirittura dai tempi dei Campionati Italiani Aspiranti dove si era messa al collo tre medaglie d’oro e aveva fatto intendere classe e intuire voglia innata di attaccare.
LACRIME E ABBRACCI – L’attesa è finita quanto ha tagliato il traguardo della seconda manche. Braccia al cielo, lassù, verso il cielo senza più le nuvole del mattino cariche di umidità e verso il sole tiepido d’autunno. Nadia Fanchini, una delle veterane del team, è la prima che abbraccia la ventenne di Borgo San Dalmazzo. Prima del podio ufficiale arrivano Gianluca Rulfi, Massimo Rinaldi e Matteo Guadagnini. Flavio Roda guarda compiaciuto il rito del podio, l’Italia dello sci è partita forte d’altronde. Lacrime per Marta, che piange, che stringe mani, che non ci crede, che esulta. Lacrime da prima volta. Lacrime di consapevolezza. Federico Brunelli non parla. Sconvolto, ma di gioia e con gli occhi lucidi. Ed è bello così. Lacrime per papà Maurizio, suo primo coach e punto di riferimento dello sci club di casa, il Val Vermenagna. Le compagne di squadra la travolgono, la gioia è condivisa.
FUTURO – E adesso? il miglior piazzamento in Coppa del Mondo l’anno scorso a Jasna con un quinto posto. Già campionessa mondiale junior, questa ventenne cuneese ha iniziato solo ora a fare risultati che contano davvero, da primo piano, da prima pagina. Il futuro è suo. Gianluca Rulfi, uno che di sci ne capisce e ha lavorato con diversi fuoriclasse, ci dice senza mezzi termini: «La Bax? Il futuro è suo, mi sembra evidente. Certo, ha ancora una margine importante, deve crescere tecnicamente e di testa. Ma la strada è quella giusta. Stava andando molto forte in allenamento, oggi è riuscita a finalizzare questo ottimo momento. Ha sciato forte, ma ha ancora possibilità di avvicinarsi a quelle due là davanti che oggi sono state maestre negli equilibri». Noi prendiamo le parole di Rulfus come buone, mentre lo troviamo in mezzo alla festa che è scoppiata su questi 3000 metri della Oetztal. Intanto Marta deve scappare, ha firmato subito il foglio dell’antidoping e entro un’ora dalla firma deve, per regolamento, recarsi dai dottori. Poteva aspettare, fare le cose con calma, gestire l’assalto della stampa con più tranquillità. Ma ci sta. E’ il primo podio. Anche questa è tutta esperienza…