«Pazienza», predica Elena Curtoni nell’ultimo post scritto su Facebook. E ce ne vorrà davvero tanta per la valtellinese, che aveva terminato la stagione di Coppa del Mondo 2016-2017 con buone sensazioni, un quarto posto finale nella classifica di superG (con due podi) e ora si trova purtroppo già a ‘rincorrere’ le altre colleghe nella prossima annata, ripartendo da una caduta e un infortunio che non ci voleva, agli Assoluti di Bardonecchia: «Ho maledetto tutto – ci dice – ma lo sci è questo e bisogna accettarlo. E’ stato un mio errore o forse ho preso una buca. Non lo so esattamente. Fatto sta che sono entrata in curva con lo sci esterno un po’ scarico, le punte si sono incrociate, lo sci esterno è finito sotto l’altro e sono volata via, oltrepassando anche le reti. Appena mi sono rialzata ho sentito male un po’ ovunque, soprattutto alla caviglia».
DIAGNOSI – Morale: Elena si è fratturata (in maniera composta, per fortuna) l’astragalo della gamba sinistra, un osso del piede che si trova sotto la tibia, decorticata il malleolo esterno (la situazione meno grave), procurandosi in più un brutto taglio all’avambraccio sinistro (senza danni a tendini e muscoli, ma con otto punti di sutura) che al momento non le permette nemmeno di portare le stampelle. «Dipendo totalmente dagli altri – ci racconta -. Quanto meno non dovrò farmi operare, devo solo tenere ferma la gamba: gesso per un mese circa, poi magari mi metteranno un tutore fra due settimane, con altri due mesi per recuperare completamente. Non ho mai subìto un infortunio così, vedremo come andrà la riabilitazione. La mia idea era di partire con la preparazione atletica a inizio maggio, dopo un breve periodo di vacanza (che salterà anche quest’anno, esattamente come nel 2016, NdR), quindi dovrei perdere un mese abbondante di preparazione».
BILANCIO – «La mia stagione 2016-2017 è iniziata e terminata con un infortunio. Soprattutto era iniziata in salita, in rincorsa rispetto e le altre. Eppure sono riuscita a raccogliere, almeno in una disciplina, qualcosa di decisamente positivo. Dopo il guaio muscolare dello scorso agosto non mi ero certo posta obiettivi particolari. Quindi da un lato posso essere più che soddisfatta di come è andata l’annata 2016-2017, ma dall’altra mi rimane un po’ d’amaro in bocca perché sono andata vicina a raccogliere qualcosa di più grande ancora. Morale: non ho terminato la stagione appagata, perché so che posso fare di più, nel finale non sono riuscita a sciare come avrei voluto. Ho sentito la pressione prima delle ultime due gare in superG con la ‘coppetta’ in palio? Non so rispondere esattamente a questa domanda, forse sì, forse no. Io non ne ho parlato molto, di sicuro ho affrontato la questione diciamo… ‘in solitaria’ e forse non l’ho gestita al meglio. Ma non credo di aver perso la mia chance per la Coppa a causa della pressione: in Corea fino a metà gara stavo sciando bene, poi ho sbagliato e in quel caso è saltato fuori un mio limite cronico, perché quando la velocità diminuisce io non riesco più a sciare come so. Ad Aspen invece non c’è stata storia, ho sciato proprio male e non ho trovato il feeling con quella neve: o meglio, in allenamento andavo anche bene, poi in gara è cambiato tutto, la neve era completamente diversa. Le altre discipline? In discesa ho fatto sempre fatica quest’anno fino alla Corea, dove le cose sono migliorate e cominciavo a sentirmi come lo scorso anno in questa specialità, ma ho commesso di nuovo un errore che può comunque capitare quando cerchi di ottenere il massimo. In gigante ho sempre fatto dei pezzi buoni, ma senza riuscire mai, proprio mai, a mettere insieme due manche intere come si deve. La sciata ce l’ho anche tra le porte larghe, in allenamento si vede, ma manca continuità in gara».
RIVALITA’ INTERNA – Interessanti, infine, le parole della valtellinese sulla rivalità che si sta creando all’interno della squadra femminile italiana: «Io sinceramente la trovo molto stimolantene – ammette Elena -. Ognuna viene tirata dalle altre, penso che ci porterà a crescere ancora di più. Poi è chiaro che non tutte possono essere le tue migliore amiche, non ci siamo scelte e non siamo tutte uguali. Stiamo assieme tutto l’inverno e anche buona parte dell’estate, siamo pure rivali in pista quindi è normale che a volte la convivenza non sia facile, ma vale per tutti, sarebbe così anche in altre situazioni di lavoro; basta incanalarla nel modo giusto questa rivalità. La competizione interna ci farà crescere, anzi dico che sarà la nostra forza per migliorare ancora».