Wengen, gli highlights del fine settimana

Difficile trovare le parole che possano dare il giusto risalto all’impresa di Christof Innerhofer a Wengen. Una gara perfetta. Se vogliamo, solo il primo parziale non è velocissimo, ma il recupero impiega poco a trasformarsi in un vantaggio consistente e inattaccabile. Le dichiarazioni dei suoi allenatori rendono l’idea: in determinate condizioni è il più forte al mondo. Se vogliamo trovare un particolare che più di altri incide sulla prestazione, possiamo forse individuarlo nella capacità di condurre, far tagliare lo sci, anche nei tratti più difficili, quelli che in cui molti altri big mettono lo sci di traverso. Se è vero che la testa contribuisce fortemente al risultato finale, ora ci sarà da divertirsi, a partire da Kitz e naturalmente ai Mondiali di Schladming, dove per molti suoi avversari sarà il favorito.

UN GRUPPO STRAORDINARIO – Si parla spesso delle vittorie e grandi risultati dei singoli, ma oggi più che mai va sottolineato il rendimento del gruppo. L’Italia è competitiva in tutte le discipline, oltretutto con una certa alternanza di nomi. Difficile ricordare una squadra così forte, sicuramente non negli ultimi anni. Il ranking per nazioni vede infatti l’Italia al secondo posto, dietro solo all’Austria, leader incontrastata da diversi anni.

LIVELLO MEDIO ALTO IN SLALOM –
Al di là del risultato che conferma Neureuther alteta ormai completo e vincente, Wengen offre uno spunto interessante. Il livello è talmente alto da decretare una classifica con 15 atleti racchiusi in un secondo e mezzo dopo due manche, addirittura in meno di un secondo dopo la prima frazione. Analizzando ancor più attentamente i parziali, fa impressione notare che nell’ultimo parziale della prima manche ad esempio, troviamo 10 atleti racchiusi in 16 centesimi su 20 secondi di gara, su una pista che non è certo delle più facili. Tutto ciò per dire che non ci può permettere la minima indecisione ormai. La lotta per i piazzamenti che contano richiede un atteggiamento in gara senza alcun risparmio oltre che con pochissimi errori. In questo Marcel Hirscher è un maestro: pur sapendo di giocarsi la coppa del mondo generale, non fa mai calcoli e rischia sempre tutto.

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